Sbloccata dal Governo la vicenda dei 175 dirigenti scolastici che avevano chiesto di essere mantenuti in servizio fino al compimento del 70° anno di età.
Nel corso della riunione del 15 luglio scorso, con un provvedimento assunto su proposta del ministro Moratti, il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto che consente di dare risposta alla richiesta a suo tempo avanzata da 175 dirigenti di tutta Italia.
La motivazione addotta fa riferimento necessità di “garantire la normale prosecuzione dell’attività didattica nelle istituzioni scolastiche”.
Il problema era nato a seguito di una modifica introdotta dalla legge finanziaria del 2005 nella normativa prevista dalla legge n. 186 del 27 luglio 2004 sul mantenimento in servizio di tutti i pubblici dipendenti oltre il limite di età per il collocamento a riposo.
La legge finanziaria, infatti, aveva equiparato il mantenimento in servizio ad una vera e propria forma di riassunzione sottoponendo in tal modo l’operazione ai vincoli previsti per le assunzioni nelle Pubbliche amministrazioni.
A questo punto il Governo ha dovuto autorizzare una “assunzione” di 175 dirigenti scolastici motivandola, come si è detto, con la necessità di garantire la regolarità del servizio.
Fin qui la buona notizia.
Ma c’è un risvolto che certamente non risulterà gradito a molti: in quasi tutte le regioni italiane, i posti coperti dai dirigenti che avevano chiesto di rimanere in servizio sono stati assegnati ad altri dirigenti; in alcuni casi i posti sono stati coperti con incarichi di presidenza.
Solamente in Abruzzo e in Sicilia le sedi risultano ancora disponibili, nelle restanti regioni i beneficiari del provvedimento potrebbero essere assegnati ad una sede diversa o addirittura ad altro incarico.