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Dirigenti scolastici in stato di agitazione

Cgil-Flc, CislScuola e Snals hanno proclamato in queste ore lo “stato di agitazione” dei dirigenti scolastici.
Le ragioni sono tutte di natura contrattuale: i dirigenti scolastici, infatti, sono senza contratto di lavoro dal 1° gennaio del 2006 e a tutt’oggi manca anche l’atto di indirizzo per l’apertura delle trattative.
Nel mese di luglio l’Aran aveva convocato un paio di incontri per affrontare i problemi connessi il biennio economico 2008/2009:  ma – sostiene Cgil Flc –  si tratta di “convocazioni a dir poco farsesche” visto e considerato che a tutt’oggi c’è persino da discutere del biennio precedente.
Alla fine di luglio la Commissione Cultura della Camera aveva approvato un ordine del giorno in materia di equiparazione retributiva alle altre dirigenze statali.
L’ordine del giorno è stato anche accolto dal Governo, ma resta il fatto che – in concreto . nulla si è mosso.
Cgil,  Cisl e Snals non sono più disposti ad aspettare: “Il  Governo – sostengono – ora non ha nessun alibi per ritardare il varo degli atti preliminari all’avvio delle trattative contrattuali e in sede di misure finanziarie dovrà dare segnali concreti di voler fare sul serio circa l’equiparazione retributiva alle altre dirigenze”.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche l’ANP (Associazione nazionale presidi): “La battaglia vera – sostiene Valentino Favero, della segreteria nazionale dell’Anp – va fatta proprio sulla questione dell’equiparazione alle altre dirigenze. Su questo ci aspettiamo risposte puntuali da parte del Governo e, soprattutto, lo stanziamento, in finanziaria,  delle risorse economiche necessarie per realizzare quanto chiesto dallo stesso Parlamento”.
Aggiunge Favero: “Per ottenere questo risultato è però indispensabile che l’atto di indirizzo specifico per i dirigenti scolastici sia preceduto da un provvedimento analogo riferito a tutta la dirigenza statale”
E in effetti pare proprio che questa sia la strada che il Governo intende seguire.
Fatto che spiega, almeno in parte, i ritardi nella emanazione dell’atto.
 

Reginaldo Palermo

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