Le corrette relazioni tra Dirigenti scolastici e docenti, tra Ds e personale Ata, tra Ds e studenti, stanno alla base del buon funzionamento di una comunità educante. Le buone relazioni sono fondamentali in ogni scuola. Laddove ci sono Ds invadenti e con problemi relazionali, c’è una scuola che funziona male.
Nella scuola dell’autonomia le competenze relazionali e anche quelle psicologiche di un Dirigente scolastico sono molto importanti, perché un Ds si deve relazionare con un’eterogeneità di persone e di problematiche molto complesse. Per governare con equilibrio le dinamiche di oltre 100 docenti, qualche decina di personale non docente, un migliaio di studenti e relative famiglie, bisogna avere una particolare attitudine psicologica e un’innata abilità alla giusta relazione.
Il grande numero di persone con cui un Ds si trova a confrontarsi, imporrebbe anche una certa duttilità al modo di relazionarsi e di comprendere problemi e criticità del soggetto che si trova davanti.
Esistono Dirigenti scolastici che non hanno un equilibro relazionale, ovvero esistono quelli che si relazionano da amici e tentano in tutti modi di risultare simpatici oppure quelli distaccati che provano a incutere timore, sono due approcci dannosi e profondamente sbagliati.
Una delle dinamiche più negative, ma diffuse in talune presidenze, è quella di creare, da parte di alcuni dirigenti scolastici, relazioni confidenziali e amicali con un ristretto numero di docenti-collaboratori (il cosiddetto staff di direzione), mentre attuare, con la maggioranza del corpo docenti, relazioni occasionali e formali. In tal caso si rischia di generare un clan o un cerchio magico in cui lo sconfinamento nel pettegolezzo, nell’essere irrispettosi e invadenti è molto ricorrente e penalizzante per l’intera comunità educante.
Forse è importante soffermarsi nelle parole introdotte nell’art.24 del Contratto Collettivo Nazionale della scuola 2016-2018 dove è scritto che ai sensi dell’articolo 3 del decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297, la scuola è una comunità educante di dialogo, di ricerca, di esperienza sociale, improntata informata ai valori democratici e volta alla crescita della persona in tutte le sue dimensioni. In essa ognuno, con pari dignità e nella diversità dei ruoli, opera per garantire la formazione alla cittadinanza, la realizzazione del diritto allo studio, lo sviluppo delle potenzialità di ciascuno e il recupero delle situazioni di svantaggio, in armonia con i principi sanciti dalla Costituzione e dalla Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia, approvata dall’ONU il 20 novembre 1989, e con i principi generali dell’ordinamento italiano.
Una delle difficoltà relazionali più diffuse, oltre quelle interne con i componenti della comunità educante è quella che vede contrapposto il Dirigente scolastico al dirigente sindacale.
Un Dirigente scolastico che rifiuta una corretta relazione con i sindacati crea una frattura di democraticità tra Amministrazione e rappresentanza dei lavoratori, inoltre indebolisce l’importantissimo principio di trasparenza. Ci sono casi in cui il Ds non dà l’informazione preventiva e successiva ai sindacati, non rende conto del come vengono spesi i soldi del Fondo per il miglioramento dell’offerta formativa previsto ai sensi dell’art.40 del CCNL scuola 2016-2018.
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