Le criticità della legge di bilancio che hanno fatto decidere a 4 sindacati del comparto (Cgil, Uil, Snals e Gilda) di proclamare lo stato di agitazione sono numerose, si va dalla mancanza di ulteriori fondi per il contratto scuola, fino al “pasticcio” dei 240 milioni per la professionalità docenti legati però alla “dedizione all’insegnamento” e alla assenza di risorse per rinnovare i “contratti Covid” al personale ATA.
Ma c’è anche una questione legata ai dirigenti scolastici che dovrà essere in qualche modo affrontata.
La legge, infatti, stanzia 20 milioni per finanziare il cosiddetto FUN, il Fondo unico nazionale che viene utilizzato per pagare alcune voci della retribuzione accessoria dei dirigenti scolastici.
Lo stipendio dei dirigenti, infatti, è composto di una parte uguale per tutti (stipendio “tabellare” + retribuzione di posizione parte fissa) e da una parte legata alla complessità della istituzione scolastica e alla retribuzione di risultato.
Il pagamento di tale quota, a sua volta, grava sul cosiddetto Fondo Unico Nazionale che viene assegnato agli uffici scolastici regionali che, sulla base di quanto definito da specifici contratti integrativi, lo utilizzano per incrementare gli stipendi dei dirigenti.
Ed è proprio qui che nascono i problemi perché se in una regione il numero dei dirigenti in effettivo servizio aumenta per le nuove assunzioni, accade che il fondo deve essere distribuito fra un numero maggiore di ds.
Negli ultimi anni è effettivamente accaduto questo.
“Dopo i tagli subiti dal FUN nel 2017 e l’ingresso di 2.000 nuovi dirigenti scolastici con il concorso nazionale – spiega la Flc-Cgil in una propria scheda tecnica – il Fondo è risultato insufficiente a garantire il mantenimento dei livelli delle retribuzioni dei dirigenti scolastici, tanto da richiedere ben due interventi straordinari una tantum, il primo nel DL 34/2020 (13 milioni lordo stato per gli aa.ss. 17/18 e 18/19), il secondo nella legge finanziaria 2021 (26 milioni lordo stato per l’a.s. 19/20)”.
A questo si aggiunge il fatto che il CCNL 2019 prevede che le retribuzioni dei dirigenti scolastici, finora definite nei contratti integrativi regionali (CIR) e molto diversificate nelle diverse regioni, a partire dall’a.s. 2019/20 siano uniformate su tutto il territorio nazionale attraverso la definizione di fasce di complessità nazionali.
“Finora – aggiunge ancora la Flc – ciò non è stato fatto proprio a causa delle problematiche del FUN. Per garantire un rifinanziamento definitivo del Fondo che renda possibile tale operazione, senza che in alcune regioni si determini un abbassamento delle retribuzioni, 20 milioni lordo stato risultato assolutamente insufficienti e vanno incrementati”.
Il sindacato di Francesco Sinopoli ha in merito una propria proposta: “Lo stanziamento deve essere aumentato di almeno altri 48,3 milioni di euro, portando a 68, 3 milioni di euro, tenuto anche conto dell’aumento dei posti in organico determinato dalle previsioni del successivo art. 111 della legge di bilancio sul dimensionamento”.