Dirigenti scolastici in ordine sparso sulla questione del Fondo Unico nazionale: fallito nel pomeriggio del 22 gennaio il tentativo di conciliazione, CislScuola, UilScuola e Snals hanno deciso di proclamare una giornata di sciopero per il 14 febbraio.
In attesa di sapere cosa farà Flc-Cgil che comunque ben difficilmente si aggregherà alle altre tre sigle, resta confermato il sit-in dell’Anp davanti alla sede del Miur per la mattina del 23 (le previsioni parlano di centinaia di adesioni non solo da Roma e dal Lazio ma da tutta Italia).
La vicenda si trascina da mesi ed è legata ad una interpretazione restrittiva del Mef relativa alle modalità di calcolo del Fondo unico che è di fatto il fondo dal quale si attinge per incrementare lo stipendio tabellare dei dirigenti (per certi aspetti, insomma, è un po’ come il fondo per il Mof per docenti e Ata).
Il fatto è che il Miur condivide il punto di vista dei sindacati mentre i tecnici dell’Economia sono su una posizione del tutto diversa in quanto ritengono che in base al DL 78/2010 (quello, per capirci, che non consentirebbe di riconoscere le posizioni economiche Ata) gli stipendi di ogni singolo dipendente pubblico, dirigenti scolastici compresi, non possono aumentare neppure di un euro rispetto al 2010.
A complicare la questione c’è il fatto che le risorse del fondo unico nazionale vengono contrattate a livello regionale. In alcune regioni i contratti integrativi sono stati stipulati e registrati dagli organi di controllo, mentre nella maggior parte delle regioni la contrattazione è ferma. Con il risultato che – a parità di posizione – si registrano stipendi molto diversi da regione a regione.
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