Esempio concreto di “autonomia sussidiaria”, applicata al mondo della scuola.
Ancora impossibile in Veneto, ma che è ovvia nel vicino Trentino.
Penso qui alla decisione, dei giorni scorsi, di un bando per l’assunzione di 30 nuovi presidi deliberato dalla giunta trentina.
Cosa impossibile, lo ripeto, in Veneto, nonostante i posti vuoti siano oltre duecento, coperti con “reggenze” dai presidi titolari in altra scuola. Con le conseguenze che è facile immaginare, che rendono sempre più complicata la vita delle scuole. E c’è ancora chi crede di risolvere queste complicazioni affidandosi alla sola burocrazia amministrativa (su modello centralistico), necessaria, ovviamente, ma non sufficiente. Altrettanto ovviamente, come sa chi conosce il mondo della scuola.
Nella provincia di Vicenza, ad esempio, la più popolosa provincia scolastica veneta, sono 43 le reggenze, cioè il 40% circa delle scuole.
Trento, quindi, può governare la scuola, mentre in Veneto è impossibile.
Non ci vuole molto, quindi, per capire che l’autonomia sussidiaria è un grande valore aggiunto, per tutte le regioni, non solo per noi veneti. Perché si fonda sull’etica della responsabilità personale.
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