In un post facebook pubblicato da una nota dirigente scolastica, in cui si fa la standing ovation al ministro Lucia Azzolina per avere dichiarato che i docenti devono fare formazione obbligatoria, si innesca una discussione tra dirigenti scolastici di varie scuole italiane, in cui si dipingono i docenti come se fossero dei privilegiati che non si formano, fanno ritardo nell’entrare a scuola a fare lezione, lavorano poco ed hanno due mesi di vacanza.
Una notissima dirigente scolastica del Veneto, in piena emergenza coronavirus, si lamenta del fatto che i docenti, finite le lezioni di un anno scolastico, lavorano poco e solo all’interno delle 40 ore residue di attività collegiali. Tale Ds scrive: “Deve risultare chiaro che l’anno scolastico (di servizio) va dal 1° settembre al 30 giugno. È ignobile che dal 1° settembre all’inizio della scuola, oppure dalla fine delle lezioni ai primi di giugno al 30 giugno, le ore si debbano conteggiare nelle 40, quando non c’è servizio scolastico…Quindi, il tempo per organizzare formazione obbligatoria c’è tutto”.
La stessa Ds parla di un fenomeno diffuso dei docenti ritardatari e che sarebbe giusto obbligare i docenti a timbrare il cartellino come il personale Ata.
Un’altra Dirigente scolastica dell’Emilia Romagna sostiene che i docenti siano totalmente ignoranti da non conoscere John Dewey o Jean Piaget, per cui c’è assoluto bisogno di formazione obbligatoria non pagata. A tal proposito scrive anche: “le ore di formazione sono già bell’e pagate. Ma ditelo ad un impiegato, ad un commerciante, insomma ad un altro lavoratore che si devono retribuire ancora altre ore a chi ha due mesi di ferie… ma dai…”. Un’altra Dirigente scolastica dell’Abruzzo interviene dicendo: “Sarò ancora più impopolare. I docenti hanno diritto a 32 giorni di ferie, non a tre mesi. Per cui altro che tempo più che retribuito per la formazione!!!”
Veramente i docenti hanno 3 mesi di ferie? Veramente è ignobile il fatto che i docenti dal primo di settembre all’inizio delle lezioni e dai primi di giugno, lavorano poco e il loro impegno è limitato soltanto a 40 ore l’anno? È vero che i docenti non si formano e non conoscono le basi della pedagogia e l’epistemologia che sta alla base di ogni principio didattico?
Il Sommo Poeta che scrisse la Divina Commedia, se avesse letto questi tristi commenti avrebbe ricordato cosa Ulisse disse ai suoi compagni di viaggio: “fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza”, nel senso che per esortare qualcuno a superare le colonne d’Ercole non bisogna disprezzarlo ma piuttosto invogliarlo a superare alcune barriere professionali.
Il mito delle 18 ore di lavoro degli insegnanti della scuola pubblica italiana, svolte in cinque giorni la settimana per sole 33 settimane su 52 ogni anno scolastico, è solo un luogo comune che non corrisponde per nulla alla verità. Come per altro è una falsità quella che vedrebbe i docenti in vacanza per 3 mesi l’anno. I docenti, ai sensi dell’art.13 del CCNL scuola 2006/2009, hanno diritto a 32 giorni di ferie l’anno fruibili soltanto nel periodo di luglio e/o agosto. Le ore di servizio previste dal CCNL scuola, ma non quantificate, portano i docenti ad essere impegnati per non meno di 36 ore di lavoro settimanale.
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