E ha voglia Pantaleo, il segretario generale della Flc-Cgil, di gridare che tutto “l’impianto della “buona scuola” è autoritario perché riduce i diritti, mortifica la partecipazione e anni democrazia, condiziona pesantemente la libertà d’insegnamento, interviene su materie contrattuali. Troppe sono le deleghe in bianco.
Sulle competenze del dirigente scolastico riteniamo inaccettabili i poteri di scelta dei docenti, l’attribuzione unilaterale del beneficio economico ai meritevoli senza alcun riferimento alla contrattazione”.
E a chi interessa questa procella dalle parti del ministero? Chi ascolta la sua voce? I responsabili del Pd dove sono, quelli che sparavano sale a Valentina Aprea, a Moratti e a Gelmini ogni volta che accennavano a materie similari?
“Sarà uno strumento per migliorare l’offerta didattica”, dicono all’Anp, secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore. “Se alle scuole fosse consegnata la semplice graduatoria dei punteggi di servizio e di famiglia, si tradirebbe nella sostanza, la portata fortemente innovativa della riforma”, che in altre parole significa: non disturbate il macchinista e che potrebbe essere una scelta innovativa.
Il piano prevede che gli istituti dovranno predisporre un piano triennale e i docenti assunti in più confluiranno in albi territoriali da dove i presidi potranno attingere e utilizzare i prof di loro gradimento anche per classi di concorso differenti da quella dell’abilitazione.
E infatti, tuona Pantaleo: “A nostro parere si configurano evidenti elementi di incostituzionalità accompagnati da forti dosi di arroganza, autoritarismo e derive clientelari. Quelle disposizioni vanno cancellate e riaffermata una idea di autonomia scolastica libera da pastoie burocratiche, aperta al mondo esterno basata sulla partecipazione e cooperazione tra i diversi soggetti che operano nella scuola e nel territorio. La valorizzazione della dirigenza scolastica deve essere rafforzata nelle sue funzioni di garanzia, promozione e coordinamento della didattica e dello sviluppo dell’autonomia per il miglioramento della scuola pubblica; occorre stabilire i maniera chiara l’equiparazione retributiva alle altre dirigenze pubbliche e la restituzione delle risorse contrattuali tagliate”.
“Bisogna cancellare le norme sul divieto di stipulare contratti su posti liberi tutto l’anno per più di 36 mesi. Le norme restrittive per l’anno di formazione o di prova sono scarsamente trasparenti e verificabili perché scompare il ruolo del comitato di valutazione e tutto si concentra sui DS con giudizio unilaterale e monocratico. Siamo di fronte a norme illegittime che determineranno numerosi contenziosi legali”.
Ma per i presidi dell’Anp il cosiddetto potenziamento dell’autonomia nelle scuole e della funzione dei presidi “è un aspetto molto positivo, così come l’introduzione di premi al merito e le modalità di svolgimento dell’anno di prova di cui apprezziamo la linearità: un’istruttoria affidata a un professore con funzioni tutoriali e la decisione finale riservata al dirigente”.
E infatti il comitato di valutazione va in soffitta, come grida Pantaleo, ma i dirigenti sono soddisfatti perfino di assegnare il merito. E saranno soddisfatti anche i prof che dovranno affrontare l’anno di prova o quelli un tantino più permalosetti nei confronti del potere che il dirigente comunque rappresenta? E infine, per quanto riguarda libertà di insegnamento, quella garantita dalla Costituzione, si conferisce al dirigente scolastico perfino il potere di non rinnovare l’incarico ai docenti di ruolo, precarizzando anche loro.
Infatti è sufficiente chiedere mobilità per perdere la titolarità della propria cattedra ed essere inseriti in un organico funzionale secondo i progetti del DS che decide chi assumere nella propria scuola.
E non era questa una idea della Lega Nord che ha sempre lamentato l’emorragia di insegnanti meridionali che, dopo avere avuto il ruolo al Nord, ritornavano al Sud lasciando sguarnire le scuole? Sicuramente gli aspiranti al trasferimento ci dovranno pensare prima di riempire le scartoffie, e a lungo.
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