Categorie: Personale

Dirigenti tecnici: Valditara annuncia il concorso atteso da poco meno di un decennio; l’ultimo durò 5 anni dal 2008 al 2013

Difficile commentare la notizia dell’ennesimo annuncio dell’avvio della procedura concorsuale finalizzata ad assumere 146 dirigenti tecnici (gli ex “ispettori tecnici” o “scolastici” come si chiamavano un tempo).
Periodicamente i Governi di ogni colore hanno sottolineato l’assoluta necessità di assumere i dirigenti tecnici necessari al funzionamento del sistema scolastico, ma poi non se n’è fatto nulla.
L’ultimo concorso venne avviato nel 2008 e si concluse 5 anni dopo, tanto che quando venne pubblicata la graduatoria alcuni vincitori non poterono prendere servizio perché nel frattempo erano arrivati all’età della pensione.
Poi dal 2013 in avanti solo annunci.
Nel 2015, con la legge 107, venne confermata la possibilità, già prevista dal decreto 165/2001, di conferire incarichi triennali di natura ispettiva,

Nel 2019, il decreto legge 126 autorizzava il Ministero a bandire un concorso per titoli ed esami per 59 posti di dirigente tecnico.
Da quel momento iniziarono però le proroghe e, siccome nel frattempo i posti vacanti continuarono ad aumentare a causa dei pensionamenti, il concorso passò da 59 a 146 posti.
Inizialmente il concorso si sarebbe dovuto chiudere entro il 31 dicembre 2021, poi il termine slittò al 31.12.2022 e con la legge di bilancio del 2023 si stabilì che i concorsi avrebbero dovuto essere banditi a partire dal 1° giugno 2023 in modo da consentire di effettuare le assunzioni entro il 2024.
Adesso il Ministero dice che “a breve” sarà bandito un concorso per 146 posti in modo da “saturare” l’organico.
Va precisato che il concorso prevede due prove scritte (in precedenza erano 3), che non possono essere “test a risposta chiusa”, e una prova orale. Se anche la procedura dovesse essere avviata in autunno (eventualità piuttosto improbabile) è davvero difficile che il concorso si concluda entro il 2024.
A meno che, all’ultimo momento, il Governo non riesca a “tirare fuori il coniglio dal cappello” modificando le norme sullo svolgimento del concorso, o diminuendo il numero delle prove o aumentando la percentuale dei concorrenti da eliminare alla preselettiva.

Reginaldo Palermo

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