“Il dirigente scolastico assicura la gestione unitaria dell’istituzione, ne ha la legale rappresentanza, è responsabile della gestione delle risorse finanziarie e strumentali e dei risultati del servizio. Nel rispetto delle competenze degli organi collegiali scolastici, spettano al dirigente scolastico autonomi poteri di direzione, di coordinamento e di valorizzazione delle risorse umane. In particolare il dirigente scolastico organizza l’attività scolastica secondo criteri di efficienza e di efficacia formative ed è titolare delle relazioni sindacali … Nello svolgimento delle proprie funzioni organizzative e amministrative il dirigente può avvalersi di docenti da lui individuati, ai quali possono essere delegati specifici compiti, ed è coadiuvato dal responsabile amministrativo, che sovrintende, con autonomia operativa, nell’ambito delle direttive di massima impartite e degli obiettivi assegnati, ai servizi amministrativi ed ai servizi generali dell’istituzione scolastica, coordinando il relativo personale”.
Oggi, nel 2014, in un comunicato stampa dell’Associazione Nazionale Presidi si parla di:
– reintegro del Fondo Unico Nazionale per la retribuzione di posizione e di risultato, mediante rinuncia da parte del MEF a confiscare la RIA dei pensionati. Di conseguenza, immediata certificazione ed esecutività dei Contratti integrativi già stipulati e bloccati dagli organi di vigilanza;
– sblocco dell’impegno assunto dal Ministero nell’aprile 2010 (e mai onorato) per lo stanziamento di una somma di 5 milioni di euro, da destinare ad un avvio di perequazione interna per i neodirigenti provenienti dall’insegnamento;
– blocco dei recuperi erariali attualmente in corso in Campania e Sardegna e restituzione ai dirigenti delle somme già trattenute.
Quindi si può affermare che tra le definizioni teoriche di Bassanini e le rivendicazioni reali dei Dirigenti scolastici alle prese con le sempre maggiori difficoltà organizzative del loro lavoro quotidiano, esiste un gap chiamato MEF.