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Diritti degli studenti: in Thailandia un istituto apre il bagno dei trans

Una scuola con tre tipologie di servizi igienici: quelli per donne, per uomini ed ora anche per transessuali. La notizia giunge da una zona agricola della lontana Thailandia, il Kampang, nel nord est del Paese, dove pur non vivendo certo nell’agiatezza hanno dimostrato di essere molto avanti nel campo della tolleranza e dei diritti dei generi umani.

Anche di coloro che da quelle parti chiamano i “lady-boys”, i giovanisssimi squisitamente effeminati che da quelle parti sembrano essere superiori al 10% degli adolescenti: nella maggior parte dei casi si considerano transessuali e già a tredici-quattordici anni vorrebbero cambiare sesso. La legge ovviamente glielo proibisce, ma una scuola secondaria inferiore del posto ha infatti deciso di rendere loro la vita più facile facendogli costruire dei bagni appositamente per loro.
Bagni di cui il personale dello stesso istituto va molto fiero. Ed è così che fra la porta delle toilette per femmine e quella delle toilette per maschi c’e n’è una terza corredata da un segnaposto che rappresenta una figura mezza-donna e mezza-uomo.
"Venivano presi in giro ogni volta che usavano i bagni dei maschi. Così hanno cominciato ad usare quelli delle ragazze che però si sentivano imbarazzate. Tutto questo rendeva i lady-boys infelici e la questione stava intaccando anche il loro rendimento", ha spiegato alla Bbc il Preside dell’istituto, Sitisak Sumontha, fiero della decisione presa.
"Ma non siamo maschi", ha raccontato Triwate Phamanee, 13 anni, uno degli studenti della scuola di Kampang. "Per questo non vogliamo usare il bagno dei maschi. Vogliamo che si sappia che siamo transessuali". Anche perché per loro la strada, anche in Thailandia, al di fuori della scuola è tutt’altro che in discesa: a livello giuridico l’identità dei trans non è ancora stata accolta; per non parlare dell’inserimento lavorativo che li discrimina al pari di quel che avviene da noi negandogli le professioni più ambite anche qualora la preparazione ed il merito lo consentano. 
Quello dei bagni riservati a loro è però già un passo importante. Significa che il genere trans in certi  luoghi comincia ad essere considerato: per di più alla pari degli altri. Certo da noi la notizia è più da considerarsi una provocazione, se non una ardita mossa pubblicitaria, piuttosto che una battaglia vinta a favore di chi ha gusti o convinzioni sessuali diverse dalla maggior parte delle persone. In ogni caso, qualsiasi sia la motivazione che ha spinto le istituzione scolastiche dell’istituto del Kampang, per la nostra cultura tradizionalista e conservatrice certe realtà o “aperture” (prima culturali ed in seconda battuta strutturali) non sarebbero nemmeno attuabili da un punto di vista teorico. Troppo avanti in Thailandia o troppo indietro noi?
Alessandro Giuliani

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