I lettori ci scrivono

I diritti dei genitori non graditi dalla scuola di Stato

Tra scuola di Stato e scuola libera c’è più di qualche differenza.

Nella prima, troppo spesso, c’è l’indifferenza secolarizzata ai reali bisogni del Discente da parte del Docente e della Direzione. Nella seconda, il controllo della qualità del servizio da parte dell’utenza e dunque dei genitori è più possibile, soprattutto se la scuola è non confessionale.

Ciò premesso non si condivide chi scende nel dibattito scolastico prendendosela con i genitori.

Eccone un esempio del 18 c.m. su questo mass media, che mi sembra statalista perché negherebbe i diritti dei genitori di controllare la qualità del servizio scolastico.

Ma leggiamo che dice: “Anche quando è assente giustificato per malattia, il docente potrebbe essere imputato di “disservizi” pur non essendo in servizio. Secondo le pretese senza limiti e confini di certi genitori, è un “disservizio” se il docente assente per malattia non disdice in tempo un colloquio prenotato, attivando la procedura automatica sul registro elettronico, da cui scaturisce un sms sul cellulare del genitore. C’è chi pretende addirittura spiegazioni scritte dal professore assente, mandandogli e-mail sulla posta istituzionale anche nel periodo di malattia”.

Anni fa una cosa del genere era inimmaginabile. Adesso col registro elettronico e la posta istituzionale, tutto è possibile. È possibile la prenotazione dei colloqui ed è possibile la disdetta, se il colloquio salta per motivi prevedibili (esempio: permesso retribuito del docente, giorno di ferie, permesso per la formazione, uscita didattica, o altro).

Tuttavia, per certi genitori le maggiori opportunità sono diventate pretese inammissibili, fino a “molestare” chi è in malattia con e-mail e richieste di spiegazioni”. Dunque, qua non si parla di genitore iperprotettivi, ma di genitori che hanno il diritto di conoscere in anticipo il disservizio perché una mancata interrogazione, un’assenza del Docente, un appuntamento che salta, ecc. sono disservizi. Non si tratta di non giustificare l’assenza fisiologica, ma di stabilire il diritto dell’Utenza.

Con l’elettronica e con tutto il personale di cui si può circondare la Direzione scolastica, non è impossibile avvisare i genitori della mancanza del programmato servizio del Docente. Una difesa del medesimo, sempre ed in ogni caso, è statalismo o almeno io lo vedo da ex Docente che è stato 36 anni nella scuola dietro una cattedra e 17 anni davanti la cattedra come Discente.

L’Italia ha una scuola che l’Ocse classifica di scarsa qualità ed un’Università poco più avanti di quella romena. Si cominci a migliorare la scuola di Stato facendo insegnare anche il Dirigente, almeno 6 ore settimanali per non farlo andare in una probabile dimensione solo di becera burocrazia di scartoffie.

Tempo è di pensare ad una nuova scuola statale e non statale in competizione per migliorare il servizio. Insegnare significa lasciare il segno, che non sempre è quello positivo e significante per il Discente, ma la colpa o il merito non è sempre de Docente, ma anche del clima burocratico o meno dell’ambiente scolastico, che attualmente non è dei migliori. Come già detto sulle colonne di questo mass media cominciare a pensare ad una scuola, non necessariamente statale non è mai troppo tardi.

Sul settimanale della Diocesi di Padova si legge del “passaggio di docenti dalla scuola paritaria a quella statale. “La valutazione, per l’Invalsi deve portare al miglioramento degli apprendimenti.

Un miglioramento relativo all’aspetto generale di innovazione di tutta la scuola italiana dove deve avvenire il passaggio da un sistema fondato sulle conoscenze ad un sistema fondato sulle competenze. Ma che dicono molti di questi burocrati di Stato, io so che sapere è fondamentale anche per fare. Concordo con l’estensore in precedenza citato che:”Chi per giustificato motivo non è in servizio, non può essere caricato di obblighi di servizio attivo, né tantomeno essere imputabile di “disservizi”. È la scuola che deve dare continuità al servizio e provvedere a “supplire” l’assente in tutte le sue funzioni.

Nel caso in questione, la scuola deve stabilire con chiarezza chi attiva la procedura d’invio dell’sms di disdetta colloquio, quando il docente assente non è tenuto a farlo. Se non si trova la soluzione, si elimina questa procedura e si torna ai tempi precedenti, quando i genitori si informavano prima circa le assenze dei professori (ovviamente non quelle improvvise), semplicemente parlando col proprio figlio”. Certo bisogna parlare anche con i Docenti, ma la posta digitale è rapida, imparziale e trasparente, perché non utilizzarla meglio anche per smascherare i disservizi scolastici e non coprire sempre con il pietoso velo statalista tutto e tutti.

Si condivide con un altro che scrive su questo mass media:”La didattica digitale è sicuramente uno dei capisaldi futuri della scuola, sia pubblica che privata: su quali strumenti tecnologici possano essere utilizzati, ad iniziare dello smartphone, le idee sono diverse. In altri Paesi, come la Finlandia, ogni alunno avrebbe il suo computer o tablet, fornito dalla stessa scuola, e il discorso si potrebbe considerare chiuso.

In Italia, invece, le cose vanno diversamente”. La digitalizzazione è una rivoluzione tecnologica senza precedenti storici che può aiutare molto la persone a vincere lo scaricabarile delle responsabilità nei pubblici servizi, scolastico compreso. Nella scuola libera si cercano subito le responsabilità e si risolve il disservizio anche perché si rischia di perdere l’utenza, immediatamente.

Giuseppe Pace (Segretario Provinciale Partito Pensionati Padova)

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