Categorie: Politica scolastica

Diritti e doveri degli insegnanti finiscono nella delega al DdL

Più avanza spedito il percorso parlamentare di questo DdL scuola (e ormai, dopo la sua approvazione alla Camera, siamo arrivati al giro di boa) più l’evanescenza del contratto collettivo nazionale della scuola si fa evidente. Un contratto, quello della scuola, che non si rinnova dal 2007 e che è scaduto da oltre un lustro. Politicamente, a partire dal 2008, si è sempre agito per destrutturare il contratto della scuola, abrogandone alcune parti, utilizzando lo strumento legislativo. 

Un contratto saccheggiato in più parti, sia dal punto di vista giuridico che economico, e che ha perso di credibilità, tanto da indebolire la categoria degli insegnanti e ancora di più quella del personale scolastico.
Ma quando si potrà rinnovare questo contratto?

Il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, aveva promesso più volte che il 2014 sarebbe stato l’anno del rinnovo del contratto della scuola, poi aveva spostato questa data al 2015, ma da quel che sembra, per la mancanza di risorse finanziarie non inserite nella legge di stabilità, il contratto della scuola non potrà essere rinnovato prima del 2019. In quella data l’attuale responsabile del Miur, sarà, per tantissimi insegnanti, solo un lontano e brutto ricordo.
Ma in vista di tutte queste grandi novità previste nell’ormai prossima legge sulla scuola, ci si domanda come verranno regolamentati e disciplinati i diritti e i doveri degli insegnanti. Pensare che l’attuale contratto possa rimanere ancora in piedi, dopo tutte le novità legislative che lo hanno svuotato di significato, è poco credibile.
E poiché sembra lontana l’idea di mettersi intorno ad un tavolo con i sindacati per firmare un nuovo contratto, non rimane altra strada che tutto venga disciplinato dal nuovo Testo Unico sulla scuola. A proposito di questo, è utile ricordare che la riforma sulla cosiddetta Buona Scuola, prevede anche che otto deleghe andranno, con semplici decreti ministeriali, a mettere insieme tutto il nuovo impianto riformista.
Tra i primi decreti da fare, lo ha detto ieri nell’aula parlamentate la deputata del Pd Simona Flavia Malpezzi, una della “Amazzoni” di Renzi sulla riforma della scuola, è quello della redazione di un nuovo Testo unico in materia di istruzione.
Ecco quindi che, in questa nuova edizione del Testo Unico della scuola, l’ultima risale ad oltre vent’anni fa e precisamente al lontano 1994, verranno regolati i diritti e i doveri degli insegnanti. Si ricorda che tra i diritti degli insegnanti c’è tutto un capitolo dedicato alla mobilità, che dovrà essere totalmente riscritto alla luce della chiamata diretta dei docenti da parte dei dirigenti scolastici, e poi c’è anche il capitolo dei doveri. In tale capitolo rientra anche la questione degli orari di servizio degli insegnanti. Siamo certi che le sorprese non mancheranno e che il contratto della scuola resterà solo un ricordo che in molti rimpiangeranno. 

Lucio Ficara

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