Un disegno di legge di iniziativa popolare sul “Diritto delle bambine e dei bambini all’educazione e all’istruzione dalla nascita fino a sei anni”: l’iniziativa è stata presentata il 20 febbraio presso il Senato della Repubblica, dalla senatrice Anna Serafini, Presidente della Commissione parlamentare per l’infanzia e del Comitato promotore della legge.
Il testo, ribattezzato “legge zero-sei”, ha già riscosso 200 mila firme in tutta Italia, ed è giunto da qualche mese all’esame della settima Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali).
Il testo, ribattezzato “legge zero-sei”, ha già riscosso 200 mila firme in tutta Italia, ed è giunto da qualche mese all’esame della settima Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali).
A redigerlo è stato un lavoro fatto in equipe dai rappresentanti delle associazioni, i sindacati, i parlamentari, gli amministratori regionali provinciali e comunali e con tutte le professionalità che si occupano dei diritti dei bambini.
“Si tratta di una priorità – ha dichiarato la senatrice Serafini – ed è pertanto essenziale che si determinino con nettezza le tappe. E’ stato importantissimo, nonostante le difficoltà, aver stanziato nella Finanziaria 2007 risorse per i nidi e per la sperimentazione di alcuni servizi. Ora è importante che si assuma il testo di legge di iniziativa popolare come proposta da cui partire perché ogni tipo di servizio per bambini sotto i tre anni sia a carattere educativo, perché ci sia continuità tra nido e scuola dell’infanzia e affinché i nidi e tutti i servizi per l’infanzia non siano più considerati servizi a domanda individuale”.
La senatrice si è soffermata sulle lunghe liste di attesa che costringono le famiglie a ricorrere a strutture educative non adeguate. “Il numero dei posti nido – ha sottolineato ancora Anna Serafini – è ancora del tutto insufficiente. La media italiana infatti non raggiunge il 10% e c’è un evidente squilibrio, con un minimo di 1,9% di posti nido in alcune regioni del Sud rispetto a un massimo di 23,9% ad esempio dell’Emilia Romagna. L’Unione Europea – ha continuato – si è fissata degli obiettivi in proposito: gli ‘Obiettivi di Barcellona’ adottati dal Consiglio Europeo nel 2002 prevedono che gli stati membri si impegnino entro il 2010 a fornire servizi educativi ad almeno il 90% dei bambini di età compresa fra i 3 anni e l’età scolare e ad almeno il 33% dei bambini di età inferiore a 3 anni.
Tuttavia l’Europa è molto lontana dal raggiungimento degli obiettivi prestabiliti. Solamente 5 paesi europei hanno realizzato l’obiettivo del 33%: la Danimarca, Il Belgio, la Francia, la Svezia, e l’Olanda”.
“Si tratta di una priorità – ha dichiarato la senatrice Serafini – ed è pertanto essenziale che si determinino con nettezza le tappe. E’ stato importantissimo, nonostante le difficoltà, aver stanziato nella Finanziaria 2007 risorse per i nidi e per la sperimentazione di alcuni servizi. Ora è importante che si assuma il testo di legge di iniziativa popolare come proposta da cui partire perché ogni tipo di servizio per bambini sotto i tre anni sia a carattere educativo, perché ci sia continuità tra nido e scuola dell’infanzia e affinché i nidi e tutti i servizi per l’infanzia non siano più considerati servizi a domanda individuale”.
La senatrice si è soffermata sulle lunghe liste di attesa che costringono le famiglie a ricorrere a strutture educative non adeguate. “Il numero dei posti nido – ha sottolineato ancora Anna Serafini – è ancora del tutto insufficiente. La media italiana infatti non raggiunge il 10% e c’è un evidente squilibrio, con un minimo di 1,9% di posti nido in alcune regioni del Sud rispetto a un massimo di 23,9% ad esempio dell’Emilia Romagna. L’Unione Europea – ha continuato – si è fissata degli obiettivi in proposito: gli ‘Obiettivi di Barcellona’ adottati dal Consiglio Europeo nel 2002 prevedono che gli stati membri si impegnino entro il 2010 a fornire servizi educativi ad almeno il 90% dei bambini di età compresa fra i 3 anni e l’età scolare e ad almeno il 33% dei bambini di età inferiore a 3 anni.
Tuttavia l’Europa è molto lontana dal raggiungimento degli obiettivi prestabiliti. Solamente 5 paesi europei hanno realizzato l’obiettivo del 33%: la Danimarca, Il Belgio, la Francia, la Svezia, e l’Olanda”.
La presentazione del dl giunge dopo che nei giorni scorsi Cittadinanzattiva ha presentato un’indagine sugli asili nido comunali italiani andando a studiare una famiglia tipo di tre persone (genitori e figlio da 0 a 3 anni) con un reddito lordo medio: secondo lo studio, in Italia la frequenza di un figlio all’asilo nido comunale costerebbe in media 290 euro al mese, ma con grandi difficoltà di accesso e forti disparità economiche fra le Regioni. Le differenze sarebbero infatti notevoli a seconda dell’ambito geografico di appartenenza: a Roma la spesa per una retta a tempo pieno per 5 giorni a settimana è pari a 146 euro al mese, mentre a Lecco e Belluno per il medesimo servizio una famiglia media arriva a spendere rispettivamente 572 e 535 euro.