“Un disegno di legge, presto, che imponga il carcere a chi manda mail di lavoro nei giorni di festa (e se insegni, so che anche tu hai QUEL/LA COLLEGA. Condividi con tali pericolosi soggetti questo post: rendi il mondo un posto migliore!)”.
A scriverlo è Enrico Galiano, che in un post su Facebook ironizza su chi non rispetta quel diritto alla disconnessione previsto in ambito lavorativo e regolato anche dal vigente Contratto Istruzione e Ricerca.
Il CCNL 2019/2021, sottoscritto il 18 gennaio 2024, prevede infatti, all’art. 30 – Livelli, soggetti e materie di relazioni sindacali, che sono oggetto di contrattazione integrativa, a livello di istituzione scolastica ed educativa, i criteri generali per l’utilizzo di strumentazioni tecnologiche di lavoro in orario diverso da quello di servizio, al fine di una maggiore conciliazione tra vita lavorativa e vita familiare (diritto alla disconnessione).
Diritto che talvolta non viene rispettato, con mail o, ancora peggio, messaggi Whatsapp, inviati ad ogni ora, anche in giornate festive.
Per questo, molti sono i messaggi di approvazione che si leggono sotto il post di Galiano: “Guarda, non farmi dire”, “Finché è la mail si può anche ignorare. Il problema è quando si viene invasi da messaggi lavorativi su WhatsApp sul numero privato. Lì sì che dovrebbe essere illegale”, “Esiste il diritto alla disconnessione, previsto per normativa. Bisogna farlo rispettare … sia dai docenti che dai dirigenti. Purtroppo è vero che in certe scuole, dalla pandemia in poi sono tutti impazziti… denota una mancanza di rispetto ed educazione” sono solo alcuni dei commenti pubblicati.
E il problema sembra non riguardare solo gli insegnanti: “Sono un medico e ci sono pazienti che hanno mandato le richieste per i farmaci continuativi alle 23.47 del 31 dicembre in pieno cenone”.
C’è tuttavia anche chi non ritiene sia una cosa così grave: “Personalmente ritengo che si scrive e si legge quando si ha tempo per farlo, quindi il genitore/collega/insegnante scrive quando può ed io sono libero di non leggere e soprattutto non rispondere se non sono in servizio” o anche “L’email è uno strumento di comunicazione asincrono, la mando quando ho tempo libero di farlo, la leggi quando vuoi, a differenza della messaggistica istantanea”.
E quando è invece il docente che usa la tecnologia, “invadendo” le giornate festive degli studenti?
Molti in proposito scrivono di insegnanti che pubblicano compiti o voti in giorni non lavorativi: “Dovrebbe essere punito anche aggiungere compiti sul maledetto registro elettronico”, “Uno dei compiti per le vacanze è da consegnare via mail entro le ore 00.00 del giorno 6 gennaio. Si vede che affiderà la correzione alla befana!”, “Condivido ma segnalo anche che durante le vacanze “appaiono” i voti sul registro elettronico… possibile che la sera della vigilia di Natale esca un “voto”… se positivo va tutto bene ma se negativo e il/la ragazzo/a ancora non lo sa non è il massimo!” solo per citarne alcuni.