Personale

Diritto alla disconnessione per i docenti, anche se scritto negli accordi di Istituto molto spesso viene disatteso nella pratica

Una delle lamentele più diffuse tra i docenti di alcune scuole italiane è quella relativa alla mancanza del rispetto delle norme sul diritto alla disconnessione. In buona sostanza anche se il CCNL scuola 2019-2021 prevede che nelle contrattazioni di Istituto debba essere trattato l’argomento del diritto alla disconnessione dei docenti e del personale scolastico, almeno nelle giornate festive e nei fine settimana, la norma prevista negli accordi di Istituto tra dirigente scolastico e RSU, sembra essere, troppo spesso, disattesa.

Normativa sul diritto alla disconnessione

Nella contrattazione integrativa di Istituto, si stabiliscono i criteri generali sul diritto del docente e del personale scolastico a staccare la spina con il lavoro, una volta terminato il regolare orario di servizio.

Nel CCNL scuola 2019-2021, al punto c8 del comma 4, lettera c), dell’art.30, è scritto che sono oggetto di contrattazione integrativa di Istituto: “i criteri generali per l’utilizzo di strumentazioni tecnologiche di lavoro in orario diverso da quello di servizio, al fine di una maggiore conciliazione tra vita lavorativa e vita familiare (diritto alla disconnessione);”.

In buona sostanza a livello di contrattazione integrativa di Istituto, dovrà essere garantito il diritto alla disconnessione del personale scolastico al fine di favorire una maggiore conciliazione tra lavoro e vita familiare.

È implicito che non possano esistere obblighi da parte del docente e del personale scolastico di restare connessi ai dispositivi digitali per ricevere e leggere notifiche da parte del dirigente scolastico, dei suoi collaboratori, di qualsiasi altro docente e/o applicato di segreteria. Appare evidente che esistono orari della giornata e giornate come il sabato e la domenica, oltre che le giornate di festività, dove il diritto del lavoratore a non ricevere messaggi, telefonate, videochiamate, notifiche varie, debba essere garantito e tutelato.

Gruppi whatsapp proliferano

In tantissimi casi i docenti si trovono circondati da numerosi canali di comunicazione con la scuola. Molti insegnanti sono inseriti, loro malgrado, in gruppi whatsApp, il gruppo dei vari consigli di classe, del Collegio docenti, del dipartimento, del Consiglio di Istituto, dei coordinatori, il gruppo degli Ata, il gruppo dello staff, il gruppo delle funzioni strumentali, e poi c’è il gruppo dell’Open day, ma i messaggi arrivano anche attraverso altri canali, come la bacheca del registro elettronico.

In tantissimi casi i docenti si trovono inseriti in gruppi whatsApp, il gruppo dei vari consigli di classe, del Collegio docenti, del dipartimento, del Consiglio di Istituto, ma i messaggi e gli avvisi hanno anche altri canali digitali di comunicazione, come per esempio il registro elettronico, la posta elettronica istituzionale. Non dimentichiamo che ormai i registri elettronici sono inseriti, attraverso le App, nei cellulari di ogni docente e che in tali registri arrivano in continuazione e ad ogni orario messaggi in bacheca, poi ci sono le classi virtuali e anche i genitori collaborano a comunicare, digitalmente, con gli insegnanti.

I docenti sono vere e proprie vittime di un bombardamento di messaggi di servizio a qualsiasi orario del giorno e a volte anche della notte, che non consentono una necessaria e dovuta disconnessione.

Lucio Ficara

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