Il 17 novembre, nel giorno della giornata internazionale dello studente promossa dall’Obessu, il network dei sindacati studenteschi europei, gli universitari saranno ancora in piazza.
Gli studenti attaccano le politiche “inique e regressive” del Governo, chiedendo di ripartire dal diritto allo studio, dalla garanzia di un reddito di base e dalla democrazia. La protesta sarà rivolta “contro un Governo che per un anno ha promesso una nuova legge nazionale per il diritto allo studio ma che nella legge di stabilità non ha previsto nemmeno un euro sul tema, legittimando di fatto le drammatiche disuguaglianze che affliggono il nostro Paese”, ha detto Danilo Lampis, coordinatore nazionale dell’Unione degli Studenti.
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“Come gli studenti medi, anche noi universitari riteniamo inaccettabile l’inesistenza di una risposta politica alla necessità di garantire il diritto allo studio. Il Governo non prevede nuove risorse per le borse di studio universitarie, nonostante le carenze storiche del sistema e del nuovo processo di esclusione messo in atto dalle nuove modalità di calcolo dell’Isee”, ha aggiunto Alberto Campailla, portavoce nazionale di Link-Coordinamento Universitario.
“Non si vuole rispondere alle reali necessità del Paese, preferendo risposte inique ed elettoraliste e basate su un inasprimento drammatico della repressione. Gli studenti hanno le idee chiare per cambiare il Paese e l’Europa a partire dal diritto allo studio, il reddito per una vita degna e la democrazia”, ha detto ancora Riccardo Laterza, portavoce nazionale della Rete della Conoscenza.
Lo slogan coniato per l’occasione dalla Rete della Conoscenza sarà “Vogliamo tutto #pertutti, privilegi per nessuno”.
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