Nella giornata dedicata allo studente, il Ministro dell’istruzione e del merito Giuseppe Valditara ha affermato che “libertà e diritto allo studio sono due valori indissolubilmente legati”, ma non dice come sono legati e cosa può fare la scuola per tenere questi due valori “indissolubilmente legati”.
La libertà e il diritto allo studio sono “valori indissolubilmente legati” allorquando si pongono le condizioni di garantire a ogni persona di essere libera da ogni forma di condizionamento esistenziale del vivere quotidiano e la si pone nella condizione di poter usufruire sostanzialmente degli effetti promozionali dell’educazione attraverso la rimozione degli ostacoli che impediscono all’uomo di essere libero e uguale.
Il diritto allo studio, non si garantisce consentendo a tutti l’accesso agli studi nelle scuole di ogni ordine e grado, considerando l’educabilità dell’uomo qualcosa di astratto, libera da ogni forma di condizionamento esistenziale, ma rimuovendo gli ostacoli che impediscono all’uomo di essere libero e uguale promuovendo l’educabilità della persona reale, libero da ogni forma di condizionamento esistenziale del vivere quotidiano.
Garantire il diritto allo studio significa dare il giusto significato alla valutazione scolastica e non usarla come strumento apparentemente imparziale, attraverso il quale si possono selezionare i pochi e i migliori da destinare alla classe dirigente e gli altri, responsabili del loro fallimento scolastico, diventano funzionali a un assetto sociale altamente gerarchizzato.
Una scuola istituzione intenzionalmente educativa, nel garantire a tutti l’iscrizione a scuola, ha il dovere di personalizzare i suoi interventi al fine di rispondere in modo adeguato ai reali bisogni di ognuno garantendo a ogni individuo il diritto inviolabile di formarsi come persona.
Non si tratta di offrire a tutti identiche opportunità educative, ma si tratta di assicurare e garantire a tutti e a ciascuno le stesse possibilità di successo liberando l’individuo dai condizionamenti e promuovendo al massimo le sue potenzialità di sviluppo culturale.
Aprire a tutti la scuola e rispondere alle esigenze e ai bisogni di ognuno non significa massificare la scuola e rendere tutti uguali, ma significa personalizzare l’intervento educativo in ragione dei bisogni di ognuno nella prospettiva di promuovere una società dove trionfino la collaborazione, la solidarietà, il rispetto reciproco e soprattutto che non vi siano “scarti umani”.
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