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Diritto di apprendere, la lettera del ministro Giannini

 “Queste occasioni di confronto aiutano a realizzare quello spirito di collaborazione indispensabile per affrontare le sfide educative e contribuisce al superamento degli stereotipi che da tempo accompagnato le scuole paritarie.”

Lo ha scritto il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini a suor Anna Monia, presidente della Fidae Lombardia, in occasione del riuscitissimo convegno “Una scuola per tutti: il costo standard di sostenibilità” che si è tenuto venerdì 14 ottobre alle ore 15 presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, organizzato dalla stessa Fidae.

Foltissimo il pubblico presente in aula, numerosi i collegamenti in diretta on line via skype (addirittura 40mila visualizzazioni!), a riprova dell’interesse e del favore diffuso che suscita l’argomento di una vera parità scolastica al centro della quale è posto il cittadino-studente, soggetto di diritti.

Nell’incontro è stato presentato il volume Il diritto di apprendere. Nuove linee di investimento per un sistema integrato”, con prefazione dello stesso ministro all’Istruzione Giannini (edizioni Giapichelli 2015).

Hanno parlato i tre autori del volume, il prof. Marco Grumo, docente di Economia Aziendale presso l’Università Cattolica e direttore della Divisione Non profit e Impresa sociale di ALTIS; suor Anna Monia Alfieri, docente presso la divisione Non profit e Impresa sociale di ALTIS; la dott.ssa Maria Chiara Parola, commercialista ed esperta di gestione di scuole.

Il ministro, non potendo essere presente, ha inviato la citata lettera estremamente significativa. Scrive infatti: “Come previsto dalla Costituzione, le scuole paritarie rappresentano una delle ‘gambe’ su cui poggia il nostro sistema educativo: ‘corrispondono agli ordinamenti generali dell’istruzione, sono coerenti con la domanda formativa delle famiglie e sono caratterizzate da requisiti di qualità ed efficacia.’ Non ci sono contrapposizioni, sono a pieno titolo parte del sistema pubblico integrato dell’istruzione.”

Suor Anna Monia ha molto apprezzato le parole del Ministro che da un canto sottolineano i passi compiuti, ma hanno anche la lucidità e l’apertura di apprezzare il lavoro serio di tanti cittadini e aprire nuove piste senza mettersi sulla difensiva. “Ormai gli italiani hanno bisogno di punti chiari, di un ascolto serio e risposte fattive”, afferma la presidente Fidae.

Il volume presentato in Cattolica avanza la proposta scientifica del costo standard di sostenibilità per tutto il sistema scolastico, proposta che ormai sta registrando il favore popolare anche del mondo laico. In pratica si tratta di porre al centro della questione lo studente e la libertà educativa della famiglia. Ambedue devono essere liberi di poter scegliere la scuola pubblica, statale o paritaria che sia, senza aggravi di spesa, come avviene ancora oggi.

Applicando il costo standard, in pratica dotando ogni alunno di un cachet da spendere nella scuola che intende frequentare, si realizzerebbe finalmente il pluralismo educativo, lo Stato risparmierebbe fino a 17 miliardi di Euro, elemento non trascurabile in epoca di revisione della spesa pubblica, si attiverebbe infine una sana concorrenza tra le scuole, mirata al miglioramento dell’offerta scolastico-educativa e della qualità del servizio.

Una proposta innovativa che il governo dovrebbe cogliere al balzo, perché sarebbe la “soluzione” per realizzare totalmente e pienamente una “buona scuola” per tutti gli studenti e per tutte le famiglie.

Si garantirebbe finalmente in Italia il diritto, già riconosciuto in Costituzione, alla libertà di scelta in un pluralismo educativo, superando il vincolo economico che né la legge 62/2000, né la L. 107/2015 hanno saputo fare, perché entrambe frutto di compromessi e poco coraggiose.

Purtroppo l’Italia disattende ancora il diritto più naturale che ci sia, classificandosi al 47° posto al mondo in termini di libertà di scelta educativa, risultando la più grave eccezione in Europa.

A fronte di un diritto disatteso abbiamo un sistema scolastico regionalista, classista e discriminatorio. La vera soluzione è il costo standard di sostenibilità, una svolta concreta, scientifica, efficace e a costo zero.

Ora, uno Stato che ha voluto “riconoscere” tanti diritti, perché non “garantisce” quello sancito dai costituenti nel 1948 come diritto inviolabile e irrinunciabile dei genitori? Cinque milioni di cittadini se lo domandano e attendono una risposta da chi, governando, serve lo Stato. Lo si è chiesto a gran voce anche al Convegno di venerdì. La sfida è lanciata… non è detto che non vada a segno! 

Lettera del ministro Giannini

Redazione

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