È rivolto al presidente della Repubblica l’appello della madre di un diciottenne disabile di Silanus che a pochi mesi dalla maturità teme per il futuro del figlio.
“Luca è molto preoccupato: non vuole stare a casa dopo il percorso scolastico e il liceo sta per finire, per questo ha scritto al presidente della Repubblica, chiedendogli un aiuto per trovare un lavoro”, ha spiegato Angela Maria Mastinu, mamma di Luca Masala, il ragazzo che ha un deficit mentale ma non per questo deve rimanere escluso dalla società. A sostenerla nella richiesta a Sergio Mattarella c’è anche la prof di sostegno del giovane.
“Vorrei che tra pochi mesi, Luca non si trovi a restare a casa senza un impiego, un lavoro che lo tenga occupato e che lo faccia sentire parte della società”, spiega la donna all’agenzia Ansa.
Nella lettera, pubblicata il 29 dicembre da La Nuova Sardegna, lo studente svela le sue angosce per un futuro incerto.
“Caro presidente – si legge – sono un ragazzo della Sardegna, mi chiamo Luca Masala, ho 18 anni e vivo a Silanus, un paese in provincia di Nuoro. Frequento l’ultimo anno del liceo scientifico. A scuola ho imparato tante cose e ho fatto qualche tirocinio formativo, ma sono preoccupato per il futuro: cosa farò quando avrò terminato gli studi al liceo Galilei? Trovare lavoro nella mia zona non è semplice. Per favore Presidente mi dia lei dei consigli”.
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Il ragazzo non ha grandi ambizioni: sogna solo di fare il barista.
“Luca – racconta la mamma – ha anche fatto un tirocinio in un bar lo scorso anno e gli piacerebbe molto continuare a fare quel lavoro, ma non è facile. Anche lui vuole trovare una motivazione per uscire di casa la mattina, altrimenti sarà dura. Purtroppo la situazione che c’è nel campo dell’inserimento lavorativo dei disabili, dalle nostre parti, non è incoraggiante: tutti gli studenti che come mio figlio si sono diplomati negli ultimi anni sono a casa. La lettera che Luca ha voluto scrivere, per me, ha più che altro l’obiettivo di sensibilizzare le istituzioni, non solo per lui ma per tutti i ragazzi come lui, affinché si affronti il problema: senza un piccolo lavoro questi giovani sono condannati a vivono ai margini della società”.
È una verità amara quella espresso dalla madre di Luca: la maggior parte dei disabili gravi, infatti, al termine della scuola secondaria di secondo grado, se ne tornano nelle mura domestiche. Solo in alcune province, soprattutto al Nord, hanno la possibilità di continuare un percorso formativo-lavorativo, per lo più all’interno di cooperative dove si realizzano manufatti o prodotti artigianali. Per la maggior parte, invece, non ci sono sbocchi. Soprattutto al Sud e nelle Isole. Dove risiede il 18enne Luca.
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