Categorie: Disabilità

Disabili, in classe latitano strumenti didattici compensativi, hardware e programmi speciali

In Italia, solo 1 scuola su 3 ha postazioni informatiche specifiche per alunni disabili. Come se non bastasse, latitano pure gli strumenti didattici compensativi.

Le stime, derivate da dati Istat e Miur, sono state rese pubbliche dagli organizzatori di Exposanità, la manifestazione italiana, che si terrà a Bologna dal 18 al 21 maggio, dedicata ai temi della sanità e dell’assistenza. E certi numeri non faranno sicuramente piacere ai docenti, ad iniziare da quelli di sostegno, oltre che alle famiglie. La mancanza di attrezzature adeguate, inoltre, si ripercuote negativamente pure su alunni con Dsa e Bes, anche loro in certi casi fruitori delle didattica personalizzata.

Premesso che il 10% degli alunni disabili frequenta la scuola dell’infanzia, il 37% la primaria, il 28% la secondaria di I grado e il 25% la secondaria di II grado, il 4 marzo è stato ricordato che in riferimento alla scuola primaria e secondaria di I grado, circa un quarto delle scuole non possiede alcun strumento informatico destinati alle persone con disabilità.

“L’ideale – si legge nell’indagine di Exposanità – sarebbe avere all’interno dell’aula stessa una postazione informatica con periferiche hardware speciali e programmi specifici per l’insegnamento, ma solo 4 scuole primarie su 10 (39,3%) e poco più di un terzo delle secondarie di primo grado (36,6%) hanno aule dotate di queste attrezzature”.

Per quanto riguarda gli strumenti didattici compensativi, se il 35% non ne fa uso, è il 25% degli alunni ad avvalersi di software per l’apprendimento.

Sebbene gli alunni con disabilità iscritti nell’anno scolastico 2014-2015 siano stati quasi 235 mila – 2,7% del totale, in crescita del 3% rispetto all’anno precedente – gli istituti italiani presentano numerose barriere che non li rendono inclusivi. Tra queste, figurano l’assenza di segnali visivi, acustici e tattili per favorire la mobilità all’interno della scuola di alunni con disabilità sensoriali; la mancanza di percorsi interni ed esterni accessibili; la scarsa presenza di tecnologie informatiche per l’apprendimento.

 

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Nello specifico, se in Italia si registra una percentuale abbastanza alta di scuole che hanno scale a norma (82,4% di scuole primarie e 89,5% di secondarie di I grado) e servizi igienici a norma (80,6% di scuole primarie e 84,3% di secondarie di I grado), rimangono appannaggio di pochi istituti le mappe a rilievo e i segnali visivi, acustici e tattili che sono presenti in solo tre scuole su dieci, sia a livello primario (29,3%) sia secondario di I grado (30,1%).

Situazione leggermente migliore, seppur insufficiente, per quanto riguarda percorsi interni ed esterni facilmente accessibili: solo il 42,9% delle scuole primarie e il 44,1% di secondarie di I grado ne è dotata.

Si tratta davvero si un grave limite, se si considera che il 65,3% degli alunni con disabilità ha un deficit di tipo intellettivo, il 3,5% motorio, il 2,7% uditivo e l’1,6% visivo.

L’incidenza più elevata di alunni con disabilità si segnala in Abruzzo (3,3% sul totale degli alunni della regione), Lazio (3,2%) e Liguria (3%) mentre la Basilicata (2%), la Calabria (2,1%) e il Friuli-Venezia Giulia (2,1%) sono le regioni con il tasso più basso.

In Italia il rapporto tra numero di alunni con disabilità e posti per il sostegno, dopo aver raggiunto quota 2,09 nell’anno scolastico 2009-2010, è ritornato a 1,85 nell’anno 2014-2015.

Il rapporto è più basso nelle regioni del Sud Italia: in Molise viene affidato un incarico per il sostegno ogni 1,38 alunni con disabilità, in Calabria, uno ogni 1,49. Viceversa, il rapporto aumenta al Nord, dove spiccano Veneto (2,10) e Liguria (2,09). 

 

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Alessandro Giuliani

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