Rispetto al 1993 gli alunni disabili nelle scuole italiane sono praticamente raddoppiati: in tutto sono iscritti oltre 250mila giovani, molti dei quali con problemi fisici o psichici. Di questi quasi 160 mila frequentano le classi degli istituti primari e secondari di primo grado dove si è passati dal 2 al 4 per cento del totale degli studenti.
I dati sono stati resi pubblici in questi giorni dall’Unione europea delle cooperative Uecoop, che rielaborati i numeri Istat in occasione della Giornata nazionale delle persone con la sindrome di Down che si è celebrata domenica 14 ottobre.
L’aumento della presenza dei disabili a scuola – sottolinea Uecoop – è tra le sfide più importanti per il welfare italiano che può essere affrontata con la giusta miscela di pubblico e privato grazie anche all’opera delle oltre 12 mila cooperative sociali e di istruzione che si occupano di disabilità non solo a scuola, ma anche nei centri di aggregazione e in casa.
Uecoop ha anche ricordate che nelle scuole italiane operano oltre 150mila insegnanti di sostegno e che in un caso su tre l’assistenza ai ragazzi disabili riguarda problemi motori e di apprendimento con oltre il 49% che soffre di vere e proprie disabilità intellettive.
“In tale contesto – ha fatto sapere l’organismo a tutela dei disabili – da un lato bisogna garantire la massima assistenza alle famiglie con il potenziamento del numero del personale di sostegno, dall’altra bisogna cercare di proseguire con lo stimolo intellettuale dei ragazzi sia in classe che nella vita extra scolastico in modo da amplificare quanto appreso sui banchi nonostante mille difficoltà. Molto spesso al di fuori dell’orario scolastico – conclude Uecoop – è proprio il grande mondo delle cooperative sociali a svolgere questo lavoro di assistenza ai genitori nelle gestione dei figli disabili”.
È chiaro, quindi, che la politica non può rimanere inerme rispetto a certi numeri ed esigenze. Di tale esigenza ha parlato a Roma, lunedì 15 ottobre, il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, partecipando all’iniziativa a favore dell’inclusione scolastica “Il futuro siamo noi: al di là della caverna” al liceo Scientifico Francesco d’Assisi.
Sulla disabilità, ha detto la sindacalista, il governo “non è pervenuto”. E questo fa rabbia, ha aggiunto, perché la legislazione italiana scolastica sulla disabilità “è una delle più avanzate”: non esistono classi speciali per gli studenti disabili, mentre “sul lavoro, anche se moltissimi progressi sono stati fatti, resta la tentazione di rendere marginale chi è disuguale perché viene considerato un costo“.
Le parole della Camusso sono riferite, in particolare, ai tanti casi di riduzione “d’ufficio” delle ore di sostegno settimanale decise attraverso le commissioni mediche, contro le quali molte famiglie sono costrette a ricorrere anche in tribunale. Dove, sistematicamente, i giudici gli danno ragione.
“E perché – ha detto ancora Camusso – deve essere considerato un costo? È questa la domanda che dobbiamo farci ogni volta che si reagisce meccanicamente di fronte a una differenza e si pensa che ponga dei problemi mentre invece servono risposte”.
Durante l’iniziativa è stato illustrato il progetto di Alternanza scuola lavoro dello studente Alessandro Cipriani, svolto alla Cgil, “Inclusione scolastica in Italia e nel resto d’Europa” e presentato il concorso “Bullismo e disabilità”, aperto a tutti gli alunni del liceo.
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