La giornata internazionale delle persone con disabilità non è come le altre. È un evento speciale, che serve soprattutto ad avvicinarsi alle persone disabili e sofferenti. A ribadirlo, il 3 dicembre, sono state solo le associazioni che tutelano i disabili. Ma lo ha detto anche Papa Francesco, scrivendo in un tweet che tante “persone disabili e sofferenti si riaprono alla vita appena scoprono di essere amate! E quanto amore può sgorgare da un cuore grazie alla terapia del sorriso”.
L’invito è rivolto a tutti, ma soprattutto, ovviamente, a cui passa più tempo con i disabili: le loro famiglie, gli amici, i compagni di scuola, gli insegnanti.
In Italia, ricordiamo, frequentano la scuola oltre 250 mila alunni con disabilità certificata: a seguirli sono, oltre al corpo insegnante curricolare, oltre 150 mila docenti di sostegno. Nelle ore di assenza di questi ultimi, in caso di disabilità grave, sono presenti gli assistenti specialistici, in modo da non lasciare mai “soli” gli allievi che necessitano di didattica speciale.
Il modello italiano è certamente tra i più avanzati al mondo sul fronte del sostegno agli alunni disabili. Tuttavia, c’è sempre da migliorare: la riforma della Buona Scuola ha introdotto diverse novità al sistema, dedicando un decreto legislativo specifico, il n. 66 sulle “norme per la promozione dell’inclusione scolastica degli studenti con disabilità”. Sino ad oggi, tuttavia, buona parte di quel decreto, figlio della Legge 107/15, non è entrato mai a regime.
Considerando che l’attuale Governo ha intenzione di introdurre ulteriori mutazioni alla normativa scolastica in materia, è probabile che non lo vedremo mai andare in porto.
“Di gioia – ha aggiunto il Santo Padre – abbiamo bisogno tutti, ne ha bisogno ogni essere umano, creato per gioire dell’amore del suo Creatore. Senza la gioia la vita sarebbe come una pietanza senza sapore, sciapa, priva di gusto e di senso. Attenzione, però, è della gioia piena che stiamo parlando, non di quella effimera, passeggera e vana, non di quella che va a braccetto con la mondanità e il consumismo”.
Papa Francesco ha espresso il suo pensiero durante la presentazione di un saggio uscito in libreria per le Edizioni San Paolo: “Un briciolo di gioia…purché sia piena” di Maurizio Mirilli.
“La felicità – ha tenuto a dire – è la perla preziosa che si riceve quando si entra nella logica del servizio e del dono di sé. È la gioia dello ‘scartagonismo’, come la definisce l’autore, alla quale si giunge quando si collabora con Dio nel rendere protagonisti gli scartati”.
Don Maurizio Mirilli, parroco romano, al servizio della comunità del SS. Sacramento a Tor de’ Schiavi, ha aperto il sottotetto della chiesa per costruire la “casa della gioia”, dove attualmente vivono sette disabili orfani o con genitori anziani. La struttura è stata visitata anche dal Papa.
Sull’evento si è soffermato anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, incontrando al Quirinale un gruppo di alunni di scuole. “Questo – ha detto il Capo dello Stato – è un giorno importante. In tutto il mondo si vuole ricordare il dovere e l’impegno di assicurare a tutti, alle persone con disabilità, di poter studiare, lavorare, esprimere i propri talenti per evitare che le società siano private del loro contributo sul piano culturale, artistico, economico, di lavoro”.
“Quindi si afferma oggi, in tutto il mondo, il diritto delle persone con qualche disabilità a potersi esprimere in pieno, come tutti gli altri. Per questo sono lieto di incontrarvi in questo giorno, e ringrazio molto l’orchestra e il coro che, in modo diverso, hanno cantato così bene l’Inno nazionale”, ha aggiunto Mattarella parlando ad otto istituti ricevuti, tra cui tre speciali: la scuola statale per ciechi di Milano, l’istituto per sordi Magarotto di Roma e la scuola Cottolengo di Torino. Era presente anche l’Orchestra magica formata da una quarantina di ragazzi con disabilità diverse.
Anche il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha voluto ricordare la giornata internazionale della disabilità mantenendo una promessa fatta: un pranzo in un ristorante gestito a Roma da una cooperativa in cui lavorano 12 persone con disabilità.
“Ho pensato che oggi fosse il giorno giusto per rispettare una promessa che avevo fatto mesi fa quando sono venuto in visita a Sant’Egidio e mi avevano parlato di questa iniziativa”, ha detto ai cronisti delle agenzie uscendo dal ristorante di Trastevere “Trattoria degli amici”.
“Mi era rimasto sempre in mente il ricordo di questa promessa e oggi, che è il giorno della disabilità, ho invitato i miei collaboratori a mangiare in questo ristorante”, ha detto il premier lasciando la trattoria, dopo avere ringraziato il personale per le buone pietanze ed un servizio “veloce ed impeccabile”.
“Mi piacerebbe che si possa diffondere questo messaggio su questa iniziativa affinché ne possano nascere anche delle altre”.
Tra i tanti messaggi della giornata, infine, segnaliamo il post del presidente della Camera, Roberto Fico: “C’è un impegno che la politica e le Istituzioni non possono e non devono tradire: realizzare una società pienamente inclusiva, in cui sia garantita a tutti i cittadini pari dignità sociale. È un impegno quotidiano, che la Giornata internazionale per i diritti delle persone con disabilità ci ricorda ulteriormente”.
Bisogna operare, ha aggiunto Fico, per “la piena inclusione delle persone con disabilità in ogni ambito della vita sociale e civile e combattere qualunque forma di discriminazione nei loro confronti, e ogni indifferenza. Un aspetto importante è poi quello della piena accessibilità di tutti gli spazi e i luoghi, perché anche questo significa combattere le discriminazioni”.
Occorre agire, ha continuato il presidente della Camera, “promuovere quella cultura della solidarietà, dell’attenzione e della cura delle persone diversamente abili e di tutte le categorie più fragili, che è alla base della nostra Costituzione. E per assicurare loro pieni diritti e una adeguata qualità della vita, rafforzando per esempio gli strumenti di integrazione scolastica e adottando misure che favoriscano l’inserimento dei lavoratori disabili, in un’ottica non più assistenzialistica ma di effettiva inclusione”.
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