Sono docente di sostegno in una classe I della Scuola Secondaria di I grado. La classe è in quarantena per 2 casi positivi. Quindi Dad.
Io posso andare a scuola perchè con dose booster, ho fatto per sicurezza un tampone rapido nei tempi previsti e sono risultata negativa. Porto sempre la ffp2. Ho fatto eseguire, sempre per sicurezza, un tampone rapido, previsto dalla normativa, anche all’alunno che io e la mia collega abbiamo in carico: negativo. Anche lui indossa regolarmente la mascherina di protezione. Non ha sintomi. Nemmeno la sottoscritta.
Ora però mi è stato risposto che l’alunno non può tornare a scuola ma deve effettuare i 10 giorni di quarantena in quanto non vaccinato. Io proponevo e propongo che tornasse a scuola almeno nelle mie ore e che entrasse un’ora più tardi ed uscisse un’ora prima sempre per la sicurezza di alunni di altre classi e del personale scolastico.
Il ragazzo soffre di una grave forma di autismo in comorbidità con una disabilità intellettiva media con notevoli difficoltà linguistiche e comunicative. La famiglia è di origine straniera. La madre non parla e non comprende bene l’italiano. Il padre ha meno difficoltà. Entrambi sono sempre molto disponibili e molto attenti nei confronti nostri e del figlio.
Hanno un bambino più piccolo sempre affetto dallo stesso disturbo. Nessuno di loro sa usare un computer. Non hanno computer. L’alunno, quindi, per 10 giorni verrà segnato assente perché, anche se avesse un computer, non sarebbe in grado né di connettersi tantomeno di utilizzarlo. Per 10 giorni sarà chiuso in casa, senza possibilità. Senza scampo.
Dove è l’Italia della L. 104/92, delle giuste proteste e dei diritti delle persone più fragili? Dove è l’Italia dell’Inclusione? Dove è l’Italia che, facente parte dell’Europa, si dimentica di far parte anche degli obiettivi dell’Agenda 2030 e dei pilastri su cui si basa e si struttura l’Agenda stessa? Dove è l’Italia dell’Index for Inclusion e dell’Universal Design for Learning?
Discriminando chi è vaccinato e non vaccinato a scuola, ci si dimentica dei bisogni oggettivi e reali di un ragazzo affetto da un grave disturbo che non ha certo scelto di nascere così e di non avere alternative (se non l’essere esonerato dall’essere vaccinato, ma in questo caso non lo è) se la scuola stessa non si propone, per prima e in prima linea, come vero e reale ambiente di apprendimento che prepara alla vita futura e che crea le condizioni didattiche ed educative grazie a cui TUTTI con le loro differenze raggiungono il loro massimo potenziale.
Lasciandolo a casa senza risolvere il gap della normativa sull’emergenza Covid quarantene a scuola tra vaccinati e non vaccinati per studenti tutelati dalla L. 104/92, lo si discrimina doppiamente e lo si emargina ancora più duramente.
Ci si dimentica troppo spesso che la ‘scuola inclusiva’ pone come base il principio che accogliere e sostenere le differenze di tutte e di tutti è un DIRITTO UMANO.
A lui, in questi giorni, non si sta garantendo la continuità del suo diritto all’istruzione.
Spero di avere risposte concrete, spero che tutti uniti si riesca a capire quali passi intraprendere realmente per non dimenticarci, MAI, dei nostri ragazzi speciali.
Sole Feltrinelli
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