Gli insegnanti specializzati sul sostegno hanno un vincolo di permanenza sulla cattedra dedicata alla disabilità di durata quinquennale. Alcuni Governi hanno provato a prolungare i termini, ma ad oggi non è mai accaduto, col risultato che, scaduti i 5 anni, l’emigrazione sulla disciplina è elevatissima, ragion per cui, puntualmente, ad ogni inizio d’anno scolastico si fatica a portare in cattedra insegnanti di sostegno. Talvolta, addirittura ancora a novembre o a dicembre vi sono ragazzi con disabilità privi del loro insegnante di riferimento.
La Tecnica della Scuola sul tema interroga i propri lettori. Ogni anno oltre 5mila docenti di sostegno chiedono di andare su materia, scaduto il vincolo di permanenza quinquennale: andrebbe impedito?
Il passaggio dei docenti di sostegno su materia è un tema delicato, in quanto se da un lato riguarda la salute mentale del docente, dall’altro chiama in causa il benessere dell’alunno con disabilità che ha diritto a un insegnante competente e stabile nel tempo. Insomma, l’obiettivo della continuità didattica si infrange puntualmente sulla cattedra disciplinare, quando, scaduto il vincolo quinquennale sul sostegno, gli insegnanti chiedono il trasferimento su disciplina curricolare.
In occasione della Giornata mondiale del docente 2022, la scrittrice Stefani Auci (best seller per I leoni di Sicilia e L’inverno dei leoni), ancora oggi insegnante di sostegno, ai nostri microfoni ha commentato il frequente passaggio degli insegnanti specializzati in didattica “speciale” alla materia, affermando: “È comprensibile – ha detto -, perché a forza di misurarsi con il dolore degli altri, con il disagio, con le difficoltà, ci sta che ci sia un momento in cui psicologicamente dici basta, sono arrivato. Anche tra i miei colleghi, molti hanno vissuto e hanno fatto l’esperienza del sostegno come una sorta di ripiego perché non riuscivano ad entrare; ma molti sono rimasti nonostante le difficoltà”, ma non nascondiamoci che è usurante.
Il passaggio su materia è una procedura che Salvatore Nocera (FISH, federazione italiana per il superamento dell’handicap) reputa estremamente dannosa, non solo per le famiglie degli alunni con disabilità, ma anche per quello che viene definito il mercato del Tfa, che affolla le Università e grava economicamente sugli aspiranti docenti. Ragion per cui, sempre l’esperto di inclusione scolastica, dichiara: “Noi siamo per trasformare il sostegno in vera e propria classe di concorso. Ciò renderebbe i passaggi su materia dei trasferimenti di cattedra, procedura più complessa che limiterebbe, numericamente, gli abbandoni delle cattedre di sostegno”.
Ma di quali numeri parliamo? “Sono circa il 20% di tutti gli insegnanti di sostegno, quelli che ogni anno (trascorsi le 5 annualità del vincolo di permanenza) chiedono il trasferimento sulla disciplina”. Come dire che 1 su 5 abbandona ogni anno. “Ma fossero anche semplicemente 5mila docenti all’anno (come quest’anno), questo significa che ogni 10 anni perdiamo 50mila docenti di sostegno, mica poco!” commenta con sconforto.
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