Categorie: Attualità

Disabilità: un business per chi è senza scrupoli

Poveri bimbi disabili. Sulla loro pelle in Puglia si era creato un vero e proprio business.
Il nome del borgo è Lesina, la zone il Tavoliere delle Puglie, la storia quasi pirandelliana. Ovvero come diventare da portalettere, cameriere, commesse, contadine, bariste, pizzaiole, guide turistiche o nella peggiore delle ipotesi disoccupate,  addirittura insegnanti di sostegno e andarsene a lavorare in tutta Italia: Bologna, Cesena, Forlì, Campobasso, Firenze, Monza, Treviso, Piacenza, Pescara.
Una vera e propria organizzazione a delinquere la cui mente era una vigilessa, di nome  Anna Maria Stoico, che si occupava di fornire alle ‘finte maestre’  attestati falsi in cambio di cospicue somme di denaro fino addirittura a 14mila euro. Una donna vicina agli ambienti politici, esponente della consiglio nazionale di garanzia del Partito Socialista, e, a quanto si vocifera, vicina al senatore Lello Di Gioia False lauree e false specializzazioni, appositamente create in una cartoleria di questo paese, con le quali poi le aspiranti “docenti” esprimevano tutta la loro “professionalità” con bimbi disabili. Insomma una maxi truffa scoperta dalla Procura di Foggia qualche mese fa (grazie anche a pubbliche denunce, come quella dell’avvocato Nazario Florio con un manifesto pubblico affisso in piazza) e adesso giunta a piena maturazione, con risvolti inquietanti: molte false maestre risultano imparentate con operatori delle forze dell’ordine, finanzieri, carabinieri e poliziotti della zona, implicati probabilmente anch’essi in uno scandalo di grosse proporzioni. Per non parlare delle università italiane prestigiosa come la Cattolica, la Lumsa e La Sapienza, inconsapevoli della truffa, che vedevano annoverate tra le loro iscritte persone con la terza media.
Naturalmente nell’Italia del malcostume è iniziato anche il patteggiamento e, a quanto pare, le “maestre” sono state invitate a restituire il maltolto
Dalla squallida vicenda si può comunque ricavare un monito: forse bisognerebbe controllare con più frequenza le autocertificazioni e la validità dei titoli presentati nelle graduatorie, Lesina docet…

Silvana La Porta

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