Intanto, però, la proposta di legge regionale merita attenzione perché si pone come uno strumento prezioso che andrebbe a colmare un vuoto, quale è quello dell’assistenza psicologica sociale e scolastica. Vale la pena ricordare, infatti, che non sempre gli istituti danno ascolto alle indicazioni normative e ai solleciti degli stessi ordini degli psicologi: per ascoltare e consigliare i giovani studenti, infatti, occorre essere laureati in psicologie ed essere iscritti allo specifico albo. Mentre spesso le scuole affidano questi delicati ruoli a docenti o esperti che non hanno questo genere di competenze specifiche. Trasformalo il servizio dello psicologo `territoriale’ in una ‘voce amica’ non sempre efficace. E, a volte, inadeguata per fronteggiare certe problematiche giovanili.
Il presidente dell’Ordine degli Psicologi della Campania, Raffaele Felaco, ha sottolineato in conferenza stampa a Napoli come, fino a questo momento, la presenza dello psicologo sia stata contemplata “esclusivamente nel campo della sanità e non nell´area dei servizi sociali e della scuola, a differenza della gran parte dei Paesi più progrediti dell´Unione europea e del mondo, a cominciare dagli Stati Uniti“. “Con questa proposta di legge – ha aggiunto – si colma questo vuoto legislativo, cogliendo un bisogno da sempre presente nelle comunità sociali e scolastiche e passando dal concetto di consulenza individuale e centrata sul disagio a un modello di interventi sistemici e comunitari“.
“Per la prima volta – ha sottolineato Felaco – si discute sull´opportunità di stabilizzare la figura dello psicologo nell´ambito dei servizi sociali e della scuola. Si tratta di un´esigenza da sempre sentita tra i cittadini, sulla quale però il legislatore non è ancora intervenuto per istituzionalizzare la situazione“.
In caso di esito positivo nella raccolta delle firme e di approvazione da parte del Consiglio regionale, spetterà ai 52 Ambiti territoriali per i Piani sociali di zona la realizzazione di tale sistema. “Affinché si completi l´iter legislativo – ha concluso Felaco – occorre una volontà politica. L´unica arma che abbiamo per condizionarla è la volontà popolare. La raccolta delle firme serve proprio per dimostrare alle Istituzioni regionali che c´è una volontà diffusa e che non si tratta di una proposta che interessa solo alla categoria”.