Ieri, al Liceo Scientifico Galilei di Palermo, il direttore dell’USR Sicilia, Giuseppe Pierro, ha presenziato alla cerimonia di intitolazione del CIC (Centro di Informazione e Consulenza) a Carolina Picchio, morta suicida nel 2013 e prima vittima accertata di cyberbullismo. Alla presenza del padre della ragazza novarese che non seppe resistere alle pressioni dei suoi aguzzini mentali, la preside dell’Istituto palermitano ha dichiarato che il CIC “non è un luogo, ma un servizio senza limiti di spazio e di tempo che costituisce un qualificato supporto agli studenti nella gestione delle criticità relazionali e delle problematiche tipiche dell’età adolescenziale”. Sulla pagina Facebook del Galilei si legge anche qualche frase tratta dall’intervento del Direttore dell’Ufficio scolastico, secondo il quale “è importante che in ogni scuola esistano spazi di ascolto finalizzati alla prevenzione per intercettare il disagio“.
La cerimonia di intitolazione del CIC del liceo Galilei di Palermo avviene paradossalmente proprio all’indomani della morte di un altro giovanissimo studente della città, suicidatosi a causa delle pressioni psicologiche che subiva dai suoi compagni. È come se dal 2013, data del suicidio di Carolina, al 2023, nulla fosse cambiato: come riporta larga parte della stampa italiana, il 15% degli adolescenti italiani (più di 1 su 6) dichiara di essere stato vittima di atti di bullismo e di cyberbullismo almeno una volta nella vita. La percentuale è più alta tra le ragazze e tra i più giovani, con proporzioni di circa il 20% negli 11enni che progressivamente si riducono al 10% nei più grandi. I dati emergono dalla VI rilevazione 2022 del Sistema di Sorveglianza HBSC Italia (Health Behaviour in School-aged Children – Comportamenti collegati alla salute dei ragazzi in età scolare).
Le scuole, comunque, si sono attivate e fanno quello che possono per contrastare, ciascuna al proprio interno, l’infernale meccanismo del bullismo. I centri di ascolto nascono un po’ dappertutto in Italia: all’Istituto Comprensivo Donatello, di Roma, il progetto “Stop bullismo” prevede che i ragazzi possano esporre le loro paure, presentimenti o testimonianze dirette scrivendo un messaggio e inserendolo in un’apposita cassetta denominata “Smonta il bullo”.
Interessante l’iniziativa del Liceo Scientifico “Fermi” di Bari, dove all’interno di un PCTO i ragazzi hanno potuto creare una radio e un programma dal titolo “Fermi tutti” in cui, come dichiarato dagli stessi ragazzi nella pagina di presentazione del progetto, vengono discussi temi e problemi riguardanti gli alunni del liceo e tutti i giovani più in generale: discriminazioni, aggressioni, insulti, umiliazioni, prevaricazione, soprusi, violenze fisiche e psicologiche – dicono i ragazzi della redazione – sono alcuni dei volti del fenomeno bullismo e cyberbullismo, che tra gli adolescenti ha raggiunto degli aspetti a dir poco allarmanti.
Insomma, la scuola si è mobilitata, ma soltanto con la stretta collaborazione delle famiglie si potranno trovare le chiavi per entrare nei complessi meccanismi della psiche di un adolescente e tentare di anticiparne le mosse più estreme.
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