Nel 2022, la Sicilia è stata teatro di un concorso per la classe di concorso A07 (Discipline Audiovisive) che ha sollevato non poche polemiche e malcontenti. Una lista di vincitori è ancora in attesa di essere chiamata, mentre sono sempre più diffuse pratiche discutibili riguardanti l’assegnazione della docenza di questa materia. In particolare, è stato segnalato che, contrariamente alla normativa vigente (tabella pubblicata con il Decreto 259/17) la docenza è stata affidata a titolari di altre classi di concorso, in particolare quelli di A010, con la complicità di diversi dirigenti scolastici. Questo ha generato accuse di illecito e di mancanza di trasparenza nel sistema di reclutamento dei docenti.
Invece di risolvere la problematica alla radice, eliminando i non legittimati e liberando le cattedre per i reali pretendenti, il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) e gli Uffici Scolastici Regionali (USR) hanno scelto di escludere la classe A07 dall’attuale concorso. Al suo posto, spunta la classe A061, una cdc pensata ad hoc per sistemare tutti nell’insegnamento purché vi fosse il riconoscimento dei titoli professionali da parte dell’USR, una pratica che non incontrava grandi difficoltà.
La creazione della classe A061 ha infatti aperto la porta a situazioni paradossali, dove, per esempio, anche un laureato in geologia, poteva ritrovarsi a insegnare tale materia, bastava aver avuto esperienza come figurante in qualche fiction! Questa scelta ha sollevato interrogativi sulla qualità dell’istruzione e della professionalità richiesta per l’insegnamento del cinema, un’arte che per millenni ha giocato un ruolo fondamentale nella formazione culturale e personale degli individui.
La decisione attuale di procedere con un nuovo concorso per la classe A061, generando ulteriori introiti per lo Stato e per i partner coinvolti, ha alimentato la percezione di un sistema educativo che antepone l’interesse economico alla qualità dell’istruzione e alla giustizia. Molti vedono in questa gestione un’offesa ai principi di meritocrazia e trasparenza, tanto da sollevare l’ipotesi di una “grande truffa” ai danni dei docenti legittimamente qualificati e dei loro studenti e delle Università del settore. La situazione ha spinto i diretti interessati e codesto Sindacato a considerare l’azione legale, con l’intenzione di rivolgersi alla Procura, alla Corte dei Conti, al Tribunale dei Diritti dell’Uomo e alla Guardia di Finanza per chiedere che venga fatta luce sulla vicenda e che si adottino le misure necessarie per ristabilire giustizia e equità.
A causa di questa grande anomalia, l’attuale contesto costringe molti docenti a trasferirsi in altre Regioni, con costi elevati e disagi significativi, in una contraddizione evidente con l’idea di garantire a tutti pari opportunità di lavoro nel proprio territorio di appartenenza. Una problematica che sta creando forti disagi economici, vista la speculazione degli affitti al nord e quella delle compagnie aeree che hanno portato il costo del biglietto a €600, talvolta, costringendo lo scalo all’estero. Una situazione che nemmeno l’attuale governo siciliano è in grado di risolvere e che sta distruggendo l’individuo e le famiglie.
La questione solleva dubbi profondi sul futuro dell’istruzione artistica in Italia e sulla capacità del sistema educativo di valorizzare e promuovere le discipline che storicamente hanno contribuito alla formazione dell’individuo e della società.
La comunità educativa e il pubblico attendono ora risposte concrete e azioni risolutive da parte delle Autorità competenti, obbligando a risolvere prontamente quanto si sta verificando, con la speranza di tornare a un sistema di reclutamento docenti che sia davvero basato su principi di merito, trasparenza e giustizia.
Sindacato Discipline Audiovisive
Stefania Piccolo