Partirà il 4 febbraio la settimana nazionale per lo sviluppo delle discipline tecnico-scientifiche, con numerose iniziative nelle scuole.
Grazie alla legge approvata dalla Camera dei Deputati l’11 ottobre del 2023 e successivamente dal Senato il l 22 novembre 2023; è stata Istituita la “Settimana Nazionale delle discipline scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche”, con l’obiettivo di stimolare l’interesse nei giovani verso le materie STEM, fondamentali per l’innovazione tecnologica del Paese, perché diventino sempre più un’opzione consapevole nella scelta del percorso di studi del diploma e post diploma.
Durante la settimana il Ministero dell’Istruzione e del Merito promuoverà una serie di attività ed iniziative nelle scuole, nelle università e nei musei.
La Legge è composta di due articoli, il primo Comma dell’articolo 1 dispone l’istituzione ogni anno dal 4 al 11 febbraio della Settimana Nazionale delle discipline STEM, nel Comma 3 riporta che Il Miur promuoverà “cerimonie, incontri e ogni altra iniziativa utile nelle scuole di ogni ordine e grado, nelle università, nelle istituzioni dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica (cosiddette istituzioni AFAM) e nei principali musei nazionali della scienza e della tecnica per la realizzazione delle finalità di cui al comma 1”.
Il secondo articolo reca le finalità della Settimana Nazionale, “volta a promuovere l’orientamento, l’apprendimento, la formazione e l’acquisizione di competenze nell’ambito di tali discipline, necessarie a favorire l’innovazione e la prosperità della Nazione”.
In particolare, è prevista l’attivazione di percorsi stabili di orientamento post scolastico volti a favorire la conoscenza delle materie STEM e relativi sbocchi professionali, tema molto importante nel quadro del contesto di innovazione digitale in cui ci troviamo e nel forte interesse del mercato del lavoro per figure con competenze tecnico- specialistiche.
L’articolo prevede, in particolare, lo sviluppo di campagne di sensibilizzazione allo scopo di stimolare l’interesse per l’apprendimento di queste materie e il supporto alla didattica per l’acquisizione delle competenze STEM.
Sono previsti, inoltre, percorsi di formazione specifica per il personale docente al fine di fornire loro il corretto know how e renderli autonomi nell’insegnamento delle stesse discipline verso gli studenti.
Previste anche collaborazioni tra settore pubblico e privato, “attraverso la costituzione di startup innovative, collaborazioni varie ed iniziative di formazione erogate da chi oggi lavora in ambito tecnologico”.
Promuovere, infine, come detto, percorsi di orientamento scolastico specifico verso le discipline STEM con borse di studio per studenti che intendono intraprendere tali percorsi.
Per la finalizzazione di questi obiettivi si farà ricorso tra gli altri anche ai Fondi per la Repubblica Digitale e il Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità.
Con questa Legge (votata trasversalmente da tutti i Partiti Politici) si fa un importante passo avanti verso il percorso di rivoluzione digitale del nostro Paese. Oggi solo il 25% dei giovani sceglie discipline tecnologiche, percentuali ancora più basse per quanto riguarda le donne che ancora vedono questi percorsi adatti agli uomini.
Il gender gap in ambito tecnologico è ancora purtroppo molto forte.
Il numero delle ragazze iscritte a facoltà STEM stenta a crescere (circa il 20%) a discapito di facoltà umanistiche che rimane ancora la scelta preferita dal mondo femminile.
I dati seppur in crescita dicono che la strada è ancora lunga. Le motivazioni di questo gap sembrano aver origine nel background culturale delle società odierne, e dai condizionamenti sociali e familiari, con antichi retaggi che vedono le donne non “portate“ per le materie scientifiche. Scelte che hanno questa caratterizzazione già nelle scuole superiori basti vedere l’esiguo numero di ragazze negli istituti tecnici industriali.
Senza nulla togliere ovviamente alle materie umanistiche e commerciali, tasselli fondamentali e irrinunciabili della cultura del nostro Paese, non va sottovalutata l’esigenza di lavorare, come si sta facendo, sulle materie scientifiche e tecnologiche, per indirizzare al meglio il futuro dei nostri giovani.
L’innovazione tecnologica e l’era digitale non aspettano.
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