Discriminazione tra storia dell’arte e musica

Il Co.Di.Mus. propone al Ministro Franceschini, dopo le sue affermazioni pubblicate nei giorni scorsi sul vostro sito, l’inserimento della Storia della Musica nell’istruzione secondaria di II grado affinché la formazione culturale degli studenti sia globale. In questo modo sarebbe rivalutato il patrimonio di un Paese, che oltre a Giotto e Michelangelo, ha dato i natali a Verdi e Frescobaldi, Rossini e Monteverdi, Respighi e Scarlatti, e tantissimi altri, in ogni momento storico. Una operazione del genere servirebbe a far comprendere che la Musica non è solo un momento di sviluppo della creatività (fare musica), ma è anche, soprattutto, un patrimonio culturale da proteggere e valorizzare oggi come nel passato in cui l’Italia è stata meta privilegiata di grandi musicisti come Haendel, Brahms e Mozart.
L’attuale dibattito che vuol fare della scuola italiana una Buona Scuola intende ridare centralità alla Scuola nelle politiche di Governo; punta a restituire dignità a coloro che nella scuola lavorano stabilmente o nella precarietà; cerca di rilanciare la scuola affinché diventi il motore per la crescita del Paese ed il raccordo tra formazione e mondo del lavoro; propone di rafforzare la trasmissione di “… un patrimonio storico, culturale e creativo unico al mondo. Un patrimonio che è molto di più di una semplice tradizione da ricordare: è ciò che contraddistingue la nostra identità, e che alimenta la nostra creatività. La conoscenza dell’arte e della cultura, così come la pratica della musica, devono essere più presenti tra gli insegnamenti che la scuola fornisce ai nostri giovani…” [capitolo 4 Ripensare ciò che si impara a Scuola].
Il patrimonio culturale a cui si fa riferimento è l’ARTE, precisamente le Arti visive e la Musica [con la musica e l’arte riportiamo la creatività in classe capitolo 4].
Va bene, rilanciare l’arte, affinché si possa rilanciare il patrimonio artistico Made in Italy, per alimentare l’offerta turistica e l’imprenditoria del settore.
Va bene pure promuovere la creatività proponendo la pratica musicale nelle classi (terze) quarte e quinte della Scuola Primaria. [Oops! La classe terza compare solo nel D.M. 8/2011, mentre nella Buona Scuola è sparita…].
Ma l’Italia, non è forse il Paese, pure, della Danza, del Teatro e… della Musica, intese come patrimonio storico e culturale?!?
Tutte le Arti hanno pari dignità e valore storico e forniscono gli strumenti culturali e metodologici per una comprensione approfondita della realtà, affinché lo studente si ponga con atteggiamento razionale e creativo, progettuale e critico, di fronte alle situazioni ed ai fenomeni, ed acquisisca conoscenze, abilità e competenze adeguate all’inserimento nella vita sociale e nel mondo del lavoro.
Ci si chiede pure com’è possibile enfatizzare l’istruzione musicale limitatamente alla pratica strumentale e/o corale che stimola sì, la creatività; e nello stesso tempo ignorare, senza neanche prenderlo in considerazione, un patrimonio prima di tutto culturale e poi artistico, che ha fatto del nostro Paese la meta privilegiata di studi delle più grandi figure della cultura mondiale di ogni tempo. Gli studenti liceali e non dal momento che proprio il Ministro per i Beni culturali, onorevole Franceschini, propone l’introduzione della Storia dell’arte finanche negli istituti professionali, sapranno associare Dante a Giotto, ma non potranno mai associare la melodia di un madrigale ad un sonetto del Petrarca. Non sapranno neanche che il sonetto di Lorenzo il Magnifico quant’è bella giovinezza…, (Il trionfo di Bacco e Arianna) che a scuola viene letto e parafrasato, è il più famoso dei Canti Carnescialeschi composti dal Principe per allietare le feste di Carnevale, e che è una canzona a ballo con cantanti solisti e coro, non una semplice poesia declamata.
Letteratura e Musica unitamente alle opere raffiguranti il dio Bacco di Tiziano, Caravaggio, Guido Reni, contribuiscono a rendere una sorta di compattezza nell’insegnamento di un fenomeno storico e culturale.
Gli studenti, come potranno acquisire tale consapevolezza senza l’introduzione dell’insegnamento di Storia della Musica nel percorso di istruzione secondaria? Nella scuola dell’infanzia e nella scuola primaria la valorizzazione della pratica musicale è importantissima per la crescita armonica dell’individuo, ma all’interno di un bel progetto che vuole fare della Scuola italiana una Buona Scuola appare quanto meno riduttivo in quanto tende a valorizzare esclusivamente l’aspetto del fare Musica, e non pure l’aspetto Culturale della Musica.
Ciò evidenzia la più totale discriminazione da parte del legislatore verso i saperi musicali, nonché verso la comprensione approfondita della realtà.
Nulla da obiettare circa la presenza della storia dell’arte nei piani di studio, in quanto partecipa, unitamente alla letteratura, storia, geografia ed alla musica, a quella visione globale, consapevole e critica della realtà, quale finalità dell’istruzione superiore liceale e non.
Ma sentire enfatizzare attraverso vari annunci, la promozione della storia dell’Arte è discriminatorio, nonostante il nobile intento sia quello di stabilizzare i precari delle graduatorie delle Discipline artistiche, pari a 8.100 docenti, contro i 5.400 precari (nelle GaE) di Discipline musicali (cifre riportate nel dossier La Buona Scuola).
Per questi motivi, il Coordinamento dei docenti di Discipline Musicali (Co.Di.Mus) auspica che unitamente alla Storia dell’Arte, il Consiglio dei Ministri promuova, parimenti, la Storia della Musica e chiede all’Onorevole Ministro dei Beni Culturali di essere portavoce della presente istanza unitamente alla storia dell’arte.

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