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Disegno di legge del Governo per riformare la scuola

Si compone di 4 articoli (una quindicina di commi in tutto) il disegno di legge sulla scuola che il Governo ha approvato nel corso dell’ultima riunione del Consiglio dei Ministri.
Tre le questioni che il provvedimento intende affrontare: la riorganizzazione dell’istruzione tecnico-professionale, gli organi collegiali della scuola, l’istituzione del “fondo perequativo” per le scuole.
Sui primi due punti il disegno di legge prevede il conferimento di una delega al Governo che, entro 12 mesi dall’approvazione del provvedimento da parte del Parlamento, dovrà adottare appositi decreti legislativi.
L’art. 1 indica i criteri generali: riduzione del numero degli attuali indirizzi e il loro ammodernamento nell’ambito di ampi settori tecnico-professionali, scansione temporale dei percorsi, monte ore annuale delle lezioni sostenibile per gli allievi – chiarisce il progetto governativo – nei limiti del monte ore complessivo annuale già previsto per i licei economico e tecnologico dal decreto legislativo n.226/05 e del monte ore complessivo annuale da definire ai sensi della recente legge finanziaria.
Per quanto riguarda la revisione degli organi collegiali si parla della possibilità per le istituzioni scolastiche di far partecipare agli organi collegiali e alla giunta esecutiva rappresentanze delle autonomie locali, delle Università, delle associazioni, delle fondazioni e delle organizzazioni rappresentative del mondo economico, del terzo settore, del lavoro e delle realtà sociali e culturali presenti sul territorio. Inoltre la giunta esecutiva dovrebbe assumere “funzioni di supporto e collaborazione” sulle decisioni di rilevanza economico – finanziaria, nonché in materia di gestione amministrativo – contabile delle istituzioni scolastiche autonome e di gestione delle risorse derivanti alle scuole da donazioni o da altri contributi.
Le scuole avranno anche la possibilità di istituire al proprio interno un comitato tecnico volto a supportare e monitorare la corretta attuazione del piano dell’offerta formativa durante l’intero anno scolastico.
Il fondo perequativo avrà una consistenza pari al 5% della dotazione del fondo per l’arricchimento e l’ampliamento dell’offerta formativa e per gli interventi perequativi già previsti dalla legge n. 440/97.
Ma non si tratterà di finanziamenti aggiuntivi rispetto a quelli attuali: il disegno di legge prevede che si debba fare ricorso alle risorse già disponibili ai sensi della legge n. 440.
I tempi per l’avvio di quanto ideato da Fioroni non saranno brevi: nella migliore delle ipotesi il disegno di legge potrebbe essere approvato entro settembre di quest’anno; da quel momento decorreranno 12 mesi per l’emanazione dei decreti legislativi. Difficilmente quindi le nuove regole potranno entrare in vigore prima del 2009.
Nel complesso, un provvedimento che non sembra andare nella direzione della “discontinuità” richiesta all’interno della stessa maggioranza di Governo oltre che dal mondo della scuola.
Senza contare che alcune ipotesi di modifica potrebbero rivelarsi non del tutto legittime: il titolo V della Costituzione prevede competenza esclusiva delle Regioni in materia di istruzione professionale, mentre l’attribuzione alla giunta esecutiva di competenze “gestionali” potrebbe essere in conflitto con quanto stabilisce il decreto 165/2001 in materia di funzioni dirigenziali.

Reginaldo Palermo

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