Bianca Granato, senatrice del M5S, ha annunciato che sta lavorando alla presentazione di un disegno di legge per modificare la “governance” delle scuole.
Per il momento non si sa nulla di più e la stessa senatrice preferisce non fare anticipazioni.
Proviamo allora noi a formulare qualche previsione.
Intanto c’è da augurarsi che il disegno di legge entri nel merito del funzionamento degli organi collegiali su cui già in precedenza si era tentato di intervenire senza alcun risultato.
Composizione, competenze e funzionamento del consiglio di istituto, per esempio, risalgono al 1974 e sarebbe necessario prevedere almeno un po’ di “manutenzione”.
In caso contrario si corre il rischio che un organo collegiale così rilevante compia il mezzo secolo di vita ancora intatto, come se in 50 anni non fosse capitato nulla.
E’ molto probabile che il ddl Granato intervenga con qualche modifica alla legge 107/2015: un’iniziativa questa direzione consentirebbe al M5S di poter dire che, almeno in parte, si è mantenuto l’impegno di modificare l’impianto della riforma della “Buona Scuola”.
Ma va anche detto che – per la verità – la legge 107 non contiene norme significative in materia di governance e quindi non si comprende bene cosa si potrebbe fare in proposito.
A meno che non si intenda cancellare la norma che stabilisce che spetta al dirigente scolastico emanare l’atto di indirizzo per la stesura del PTOF che deve essere elaborato dal collegio dei docenti e approvato dal consiglio di istituto, ma francamente sarebbe poca cosa.
Oppure si potrebbe cancellare definitivamente la norma sulla composizione e sui compiti del comitato di valutazione in modo da eliminare una volta per tutte il cosiddetto “bonus premiale” per i docenti, già ampiamente ridimensionato dalla contrattazione nazionale.
Ma, a proposito di governance, c’è un nodo da sciogliere.
Il ddl Granato accoglierà l’idea di Lucia Azzolina di creare un vero e proprio middle management come sta scritto anche nell’atto di indirizzo?
E se sì, in che modo?
Difficile dirlo in mancanza di qualche elemento in più, ma non è da escludere un “ridimensionamento” delle prerogative del dirigente scolastico, istituendo magari una sorta di “coordinatore didattico” eletto dallo stesso collegio dei docenti.
E’ probabile però che Granato abbia in mente un progetto più ambizioso e che voglia mettere mano anche al decreto legislativo 59 del 1998 che definisce il profilo del dirigente scolastico.
Il fatto è che toccare questo testo normativo non è semplice, perché è proprio da quel profilo che derivano alcune competenze del dirigente scolastico che, se venissero meno, dovrebbero però essere “coperte” in qualche modo da altre figure o altri meccanismi.
Per esempio si potrebbe benissimo ridimensionare il potere disciplinare del dirigente ma in tal caso bisognerebbe trasferirne le competenze agli uffici regionali, così come si potrebbe evitare di assegnare al dirigente la titolarità delle relazioni sindacali ma bisognerebbe poi cancellare la contrattazione di istituto.
E si potrebbe anche cancellare la norma che consente al dirigente di individuare due docenti collaboratori attribuendo al collegio il compito di individuarli con apposita votazione.
Insomma una riforma, quella della governance, certamente necessaria ma di non facile attuazione. D’altronde, se in vent’anni non si è riusciti a fare nulla in tal senso non è un caso.
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