L’incontro del 4 ottobre fra Ministro e sindacati segna forse un primo, modesto, avvicinamento fra le parti, anche se è ancora troppo presto per parlare di cessazione delle ostilità.
Positivo il commento del ministro Stefania Giannini: “L’incontro si è svolto in un clima costruttivo. Ho particolarmente apprezzato la disponibilità dei rappresentanti sindacali. Abbiamo ascoltato le loro osservazioni e richieste e individuato un metodo di lavoro per i prossimi mesi”.
Una apertura di credito nei confronti del Ministro arriva persino dalla Flc-Cgil: “Nell’incontro sono stati registrati alcuni punti interessanti, che tuttavia andranno definiti nella legge di stabilità”.
“In particolare – aggiunge Flc – la ministra si è assunta l’impegno ad allineare gli attuali 25mila posti in organico di fatto (costituiti dalle disponibilità temporanee fino al 30 giugno) all’organico di diritto (ovvero, ai posti vacanti e disponibili per l’intero anno scolastico). E di un piano straordinario di assunzione per il personale ATA, che vada oltre il turnover”.
“Tuttavia – rileva il sindacato di Pantaleo – sulle altre questioni poste dalle organizzazioni sindacali allo scopo di superare le ingiustizie della legge 107/15, le risposte sono state evasive. La FLC in particolare ha riproposto con determinazione la necessità di rifare le operazioni di mobilità, di riportare il bonus nell’ambito della contrattazione, di superare la chiamata diretta, di rivedere i criteri di valutazione dei dirigenti scolastici, e di definire contrattualmente la formazione”.
Anche Uil Scuola mostra di aver apprezzato gli esiti dell’incontro: “Si apre un dialogo con un metodo diverso – commenta infatti il segretario generale Pino Turi – c’è consapevolezza che occorre un cambio di passo”.
Già dai prossimi giorni ci saranno ulteriori incontri su problemi specifici, a partire da quelli della mobilità e degli organici.
Ma il vero banco di prova sarà la legge di stabilità: se ci saranno risorse significative per assunzioni, organici esoprattutto per il rinnovo contrattuale si potrà parlare di cambio di indirizzo. In caso contrario, è facile prevedere che i rapporti con i sindacati si faranno di nuovo tesi e difficili.
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