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Dislessia. Cosa fare. Guida rapida per insegnanti (e genitori)

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La dislessia, uno tra i più diffusi Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA), compromette la capacità di rendere automatica la corrispondenza fra segni e suoni e dunque la capacità di lettura.

Tuttavia a testimonianza che avere delle difficoltà di apprendimento non significa non essere in grado di imparare, interviene il libro scritto da Filippo Barbera, già studente con Dsa e oggi anche insegnante di scuola primaria specializzato in Psicopatologia dell’apprendimento, “Dislessia. Cosa fare (e non). Giuda rapida per insegnanti” della Erickson 16,50 Euro.

Dedicato alla dislessia, il libro è un singolare e prezioso manuale adatto a insegnanti, genitori ed educatori in genere, ma soprattutto è una guida facile da consultare per immagini, linguaggio, riferimenti e note. 

Composto da 14 capitoli, ognuno dei quali presenta situazioni problematiche o difficoltà specifiche che possono emergere in classe. 

Si tratta dunque di istruzioni quasi immediate per affrontare con successo particolari situazioni problematiche e difficoltà tipiche della dislessia.

Ne segnaliamo alcuni che fra l’altro sono stai oggetto di esame nel corso della Settimana nazionale della Dislessia 2023 

  • Legge lentamente: stimolare la curiosità e il piacere per la lettura attraverso letture animate, attività in biblioteca, creazione di piccoli libri, ecc. 
  • Non trova le parole: proporre esercizi di arricchimento lessicale come trovare sinonimi di parole o individuare la parola esatta o giochi di associazione in cui il bambino deve individuare parole simili o correlate. 
  • Dimentica le cose: incoraggiare l’uso di mappe, schemi, glossari e formulari. Proporre giochi di memoria, 
  • Non sa gestire il tempo: proporre attività di misurazione con strumenti che permettano di evidenziare il più oggettivamente possibile la durata considerata, non omettere di insegnare a usare il diario scolastico nella convinzione che i bambini imparino a farlo in modo spontaneo o automatico.
  • È disorganizzato: lavorare concretamente fin dai primi giorni di scuola su ordine e organizzazione, non delegare esclusivamente alla famiglia il compito di lavorare sull’organizzazione.
  • Dice che la scuola è una noia: introdurre alcuni accorgimenti nella didattica che permettano al bambino di apprendere e sviluppare le proprie potenzialità, non colpevolizzare i genitori né partire dal presupposto che la dislessia sia una malattia da cui si può guarire: è una caratteristica della persona.
  • Rinuncia in partenza: incoraggiare il ragazzo e lodarlo, trovando qualcosa in cui riesce bene. Non reputare «facilitazioni» gli strumenti compensativi e le misure dispensative

Se dunque per certi versi Individuare difficoltà nel bambino con Dsa è semplice, il difficile è provare a dare una risposta ai bisogni dell’alunno senza perdere di vista il percorso di apprendimento, gli obiettivi didattici e l’inclusione. 

L’obiettivo è allora quello di concretizzare un’azione didattica che permetta di superare le difficoltà degli alunni consolidandone le capacità e promuovendone i punti di forza, e creando opportunità di collaborazione con la classe.

Nel volume sono analizzati i bisogni e le difficoltà che si riscontrano negli alunni e nelle alunne della fascia di età della scuola primaria, ma che possono essere osservati, con i dovuti adattamenti, anche negli studenti della scuola secondaria di primo grado.