Difficoltà di calco, lettura lenta, disortografia: sono i tratti tipici dello studente dislessico. Ma le difficoltà possono essere superate: la forza di volontà e la tenacia, supportati da strumenti creati ad personam, possono fare miracoli. Ecco che allora un giovane dislessico può arrivare anche alla laurea. Anche “pesante”, come quella che si consegue nella Facoltà di Matematica.
La testimonianza di Matteo
È la storia di Matteo Notarnicola, 25enne, originario di Veglie, in provincia di Lecce, iscritto all’Università del Salento, ripresa dall’Ansa: giovedì 25 ottobre discuterà la tesi della laurea triennale.
“La dislessia non è una porta murata, ma una porta chiusa a doppia mandata. Per aprirla bisogna trovare la chiave giusta“: ricorda la professoressa Eliana Francot, la delegata del Rettore alla Disabilità che ha seguito Matteo assieme all’Ufficio Integrazione dell’Ateneo fino a trovare “la chiave giusta per aprire la porta che gli consentirà di realizzare il suo sogno”.
La definizione riportata dalla prof è di Filippo Barbera ed è quantomai vera.
Grandi aspettative, pessimi risultati
“Nell’ottobre del 2014 – racconta il laureando Matteo – mi immatricolo per la prima volta al corso di laurea in Matematica, sono pieno di entusiasmo e di grandi aspettative, del resto non ho mai avuto problemi particolari nella scuola secondaria e quindi sono sicuro che tutto andrà bene. Alla fine del secondo semestre purtroppo i miei sogni si infrangono, ogni prova parziale scritta sostenuta è andata male e quindi non sono mai arrivato a sedermi di fronte a un docente per essere interrogato. Non so darmi una spiegazione per tutto questo, ma mi tornano alla mente le parole della mia professoressa di Geometria (Eliana Francot, ndr)”.
Lo Sportello BES/DSA
“In aula aveva parlato dei disturbi specifici di apprendimento, di cosa sono, di come si manifestano e del fatto che dal 2010 esiste una legge, ancora poco conosciuta, che tutela i diritti degli studenti che presentano questi disturbi. Ho scoperto così che a UniSalento c’è anche un Ufficio Integrazione che si occupa di affiancare anche gli studenti dislessici”.
“Per capire se tutte le mie difficoltà fossero conseguenza di un disturbo dell’apprendimento – prosegue il ragazzo – decido allora di rivolgermi al ‘Servizio di Consulenza – Sportello BES/DSA’ attivo presso il Dipartimento di Storia Società e Studi sull’Uomo e mi sottopongo all’iter diagnostico previsto per legge“.
Il responso: disturbi misti delle capacità scolastiche
Nel luglio 2015 il responso: disturbi misti delle capacità scolastiche. Secondo la diagnosi, Matteo possiede elevate abilità di ragionamento, ma “la decodifica degli stimoli verbali scritti non è automatizzata e la loro elaborazione risulta particolarmente laboriosa e lenta“: quindi Matteo legge molto più lentamente dei suoi coetanei. Ma questo non può essere motivo di compromissione dell’apprendimento.
“Finalmente ho capito perché, nonostante la mia grande passione (e comprensione) per la matematica – continua Matteo – non riuscivo a superare le prove scritte. La chiave che avevo sempre usato a scuola non era adatta ad aprire anche questa porta. Se volevo laurearmi in Matematica dovevo ‘attrezzarmi’ diversamente. Ho deciso allora di ripartire dall’inizio, dal primo anno, di ricominciare tutto da capo con maggiore consapevolezza. Grazie al supporto dell’Ufficio Integrazione ho scoperto di avere la possibilità di utilizzare strumenti compensativi appositamente concordati per svolgere le prove scritte, in modo da ‘alleggerire’ la fatica dello scrivere e del fare i conti a mente, e di poter godere di altre opportunità, per esempio quella di poter non rispettare i tempi di consegna della prova”.
A quel punto, cambia tutto: “Cambiando la modalità di svolgimento degli esami e aumentando considerevolmente l’impegno nello studio, ecco che la chiave ha cominciato a entrare in quella serratura e a girare”.
Il percorso ad hoc
La situazione iniziale di Matteo è quella di tanti giovani, il cui percorso formativo risulta difficoltoso a causa della dislessia: la vera difficoltà, però, deriva quasi sempre dalla mancata corretta interpretazione dei disturbi dell’apprendimento.
Una volta presa coscienza del problema, grazie all’intervento di esperti, si stabilisce quali strumenti mettere a disposizione di ogni ragazzo: occorre “calibrare” ad ognuno i suoi. È bene che le famiglie e gli insegnanti siano consapevoli della necessità di intraprendere sempre questo percorso di studio che porta all’individuazione delle chiavi di accesso più adatte ad ogni giovane.