Finalmente una buona notizia per i disoccupati: per loro, dal prossimo 3 aprile arriva solo per loro un mini assegno di ricollocazione da circa 3.500 euro, per ritrovare un posto attraverso i centri per l’impiego (pubblici) o le agenzie per il lavoro (private).
Si tratta dell’assegno di ricollocazione, previsto dal Jobs Act, che tuttavia finora rimasto ai blocchi di partenza, se non si conta la mini-sperimentazione del 2017.
A beneficiare dell’assegno di ricollocazione, saranno i disoccupati che ricevono da almeno quattro mesi l’indennità Naspi, coloro che sono coperti dal Reddito d’inclusione e coloro che il posto ancora non lo hanno perso ma potrebbero essendo in cassa integrazione straordinaria.
La forbice sulla sovvenzione individuale è molto larga, perché va dai 250 ai 5.000 mila euro e l’ammontare dipenderà dalla difficoltà di riuscita (sarà massimo per un posto fisso). L’identificazione della platea è affidata a un cervello informatico, sarà poi il ‘candidato lavoratore’ a presentarsi presso un ente accreditato, inclusi patronati e consulenti del lavoro. La scelta dell’operatore è libera ma a ciascuno sarà attribuito un ‘voto’.
Nei casi in cui l’iter si dovesse concludere con un contratto, allora l’agenzia o qualsiasi altro ‘traghettatore’ potrà riscuotere la dote portata dall’ex disoccupato.
L’operazione – scrive l’Ansa – rientra nelle politiche attive, distinte da quelle assistenziali, come gli ammortizzatori. Politiche di cui fa parte anche Garanzia Giovani.
Un piano che ha permesso a 360 mila under30 di farsi assumere (nel 70% delle volte con apprendistato o tempi indeterminato), rivendica il Governo con il ministro del Lavoro Giuliano Poletti.
Una spinta sarebbe arrivata dai tirocini fatti fuori da scuola o università, che hanno un tasso di successo del 40%.
È così che partirà una nuova fase di Garanzia Giovani (1,2 miliardi le risorse). Tornando all’assegno, dal 3 aprile si attiverà il meccanismo.
Secondo il presidente dell’Agenzia per le politiche attive (Anpal), Maurizio Del Conte, “le persone che a regime potranno essere ricollocate ogni anno si aggira intorno alle 60-70 mila”: sono stati stanziati 346 milioni. Numeri che non convincono la Cgil, secondo cui “le politiche attive del lavoro sono ferme”.
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