Si tratta, in base a confronti annui, di un massimo storico, ovvero del valore più alto dall’inizio delle serie trimestrali, partite nel 1977. Lo rileva l’Istat (dati non destagionalizzati).
Grave anche il livello dei senza lavoro tra i giovani (15 e i 24 anni) che sale al 46,0%. Anche in questo caso si di un massimo storico, ovvero del valore più alto dall’inizio delle serie trimestrali, partire nel 1977. Passando ai dati destagionalizzati e più aggiornati, forniti sempre dall’Istat (non comparabili con i dati trimestrali grezzi), il tasso di disoccupazione dei giovani under25 ad aprile è al 43,3%.
Anche in questo caso si tratta di un massimo storico.
Nel primo trimestre del 2014 il numero delle persone disoccupate sfiora i 3,5 milioni, salendo precisamente a 3 milioni 487mila (in aumento di 212mila su base annua).
Il tasso di disoccupazione ad aprile risulta pari al 12,6%, stabile rispetto a marzo, ma in aumento di 0,6 punti su base annua. L’Istat spiega che questi sono dati provvisori e destagionalizzati, e quindi non comparabili direttamente a quelli trimestrali grezzi.
Il tasso di disoccupazione tocca il suo picco nel Mezzogiorno, dove vola al 21,7% nel primo trimestre del 2014 (dati non destagionalizzati). E tra i giovani (15-24 anni) raggiunge addirittura il 60,9%. Sono inoltre 347mila i ragazzi in cerca di lavoro nel Sud, pari al 14,5% della popolazione in questa fascia d’età.
2,5 mln under 30 non studiano e non lavorano (+4,8%) – I ragazzi tra i 15 e i 29 anni che non lavorano e non studiano, i cosiddetti Neet, sono saliti a 2 milioni 442 mila nel primo trimestre del 2014. Lo rileva l’Istat (dati non destagionalizzati). Rispetto all’anno precedente sono cresciuti di 113 mila unità (+4,8%). Tra i Neet si ritrovano i giovani disoccupati under30, nonché gli inattivi, con molti scoraggiati, ovvero ragazzi che si sono rassegnati a stare fuori dal mercato del lavoro. Non mancano tra loro anche le mamme.
Precari in calo, -88 mila in un anno – I dipendenti con contratto a tempo determinato scendono ancora, risultando pari a 2 milioni 96 mila, in calo di 66 mila unità (-3,1%) su base annua nel primo trimestre del 2014. Anche i collaboratori diminuiscono, fermandosi a 368 mila (-21mila, -5,5%). I due gruppi di lavoratori, classificati dall’Istat come atipici, che potremmo chiamare precari, vengono segnalati in un totale di 2 milioni 464 mila lavoratori a termine, con una flessione di 88 mila su base annua (-3,4%).
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