Mentre nel 2013 il tasso continuerebbe a salire raggiungendo il 11,4% «a causa del contrarsi dell’occupazione», unito all’aumento dell’incidenza della disoccupazione di lunga durata.
La fase di debolezza ciclica dell’economia italiana, rileva l’Istat, «condurrebbe a un deterioramento complessivo delle condizioni del mercato del lavoro». Nei primi due trimestri dell’anno in corso si è osservata una sostanziale tenuta dei livelli occupazionali, unitamente a una diminuzione delle ore lavorate (anche attraverso il ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni), anche se segnali più negativi sono emersi a settembre.
Di conseguenza, per il 2012 la diminuzione prevista in termini di input di lavoro sarebbe pari all’1,2%. A seguito del miglioramento delle condizioni economiche generali atteso nella seconda parte del 2013, il deterioramento delle condizioni complessive del mercato del lavoro potrebbe attenuarsi, anche se l’input di lavoro risulterebbe ancora in calo dello 0,5% in media d’anno.
La crescita delle persone in cerca di lavoro iniziata alla fine del 2011, è alla base del rilevante incremento del tasso di disoccupazione previsto per quest’anno (10,6%). Per il 2013, il tasso di disoccupazione, quindi, sostiene l’Istat, «continuerebbe ad aumentare (11,4%) sia a causa del contrarsi dell’occupazione, sia per l’aumento dell’incidenza della disoccupazione di lunga durata».
Le retribuzioni per dipendente mostrerebbero una dinamica moderata (0,9%, nel 2012 e 1% nel 2013). La produttività del lavoro diminuirebbe nel 2012 per poi stabilizzarsi nel 2013. Il costo del lavoro per unità di prodotto tenderebbe a crescere in entrambi gli anni.
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