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Disoccupazione, per l’Isfol siamo in linea con l’Ue ma preoccupa quella giovanile

È un dato di fatto che in Italia la disoccupazione è in lenta ma continua crescita. Ora però ci dicono che nel nostro Paese la ricerca di lavoro più preoccupante, quella chiamata “strutturale” o di lunga durata, vale a dire la quota sul totale di popolazione attiva in cerca di lavoro da più di 12 mesi, è in linea con Francia e Germania ed appare decisamente distante da quanto osservato nei Paesi in forte crisi occupazionale, come Spagna, Irlanda e Grecia.
Il problema è che se si va ad approfondire la situazione lavorativa, degli ultimi sei mesi, dei nostri giovani che hanno terminato gli studi il discorso cambia. Purtroppo in peggio. “Se la disoccupazione misurata sulla popolazione totale non ha toccato i livelli a due cifre della prima metà degli anni novanta, la componente giovanile presenta elementi di criticità decisamente maggiori, soprattutto riguardo la disoccupazione di lunga durata, primo indicatore del rischio di disoccupazione strutturale”: a sostenerlo è stato l’Isfol, il 27 ottobre, sulla scorta dei dati presentati nella nota informativa “Occupazione e disoccupazione in Italia e in Europa” e nell’ampia indagine “Lisbona 2000-2010: rapporto di monitoraggio Isfol sulla Strategia Europea per l’Occupazione”, appena pubblicata nella colonna I Libri del Fondo sociale europeo.
Quel che preoccupa è il fatto che il livello della disoccupazione giovanile italiana di lunga durata, se confrontato con i maggiori Paesi europei, risulta più vicino a Irlanda e Spagna che non a Germania e Francia. A proposito di questa discrepanza sulla diversa incidenza di disoccupazione tra giovani e resto della popolazione attiva, l’Isfol si chiede se il “nostro mercato del lavoro, più rigido e segmentato di altri”, possa avere contribuito a “scaricare gli effetti più pesanti della crisi sulla componente giovanile della popolazione”. Una risposta potrebbe arrivare, annuncia l’istituto di formazione dei lavoratori, nello studio “Lisbona 2000-2010: rapporto di monitoraggio Isfol sulla Strategia Europea per l’Occupazione”.
Alessandro Giuliani

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