“Sul lavoro siamo all’emergenza per i giovani. I dati fotografano un Paese senza futuro, in cui l’estero è l’unica via di sbocco per le nuove generazioni e per chi vuole fare impresa. Vogliamo avere la possibilità di rimanere qui, ma per farlo bisogna mettere mano all’Italia in modo strutturale”.
Un quadro ancora più fosco se si considerano gli oltre due milioni di Neet, giovani tra i 15 e i 29 anni che in Italia non studiano, non lavorano e non si formano.
Una curva tutta in salita anche nel Nord Est produttivo.
In Veneto il tasso di disoccupazione giovanile è quasi triplicato in cinque anni, dall’8,4% nel 2007 al 23,7% nel 2012 (ultimo dato disponibile), con un balzo di 15,3 punti: quasi uno su quattro dei giovani attivi è senza lavoro. A Padova il salto è stato dall’11,4% al 20,7% (9,3 punti). Una situazione che, secondo Cetera, a livello nazionale la politica sta ignorando.
“Non c’è più tempo. Abbiamo atteso fin troppo un cambiamento mai arrivato. Servono azioni incisive subito. Governo e parlamento abbiano uno scatto di dignità e coraggio. Il dibattito suscitato dal Jobs Act si traduca in politiche attive, subito”. Dal Veneto manifatturiero arriva la frustrazione e l’appello alla politica per l’esclusione dall’accesso ai fondi della Youth Garantee (Garanzia Giovani), il piano europeo per la lotta alla disoccupazione giovanile che porterà in dote all’Italia 1,5 miliardi tra 2014 e 2015 e che prevede per ogni giovane una proposta occupazionale o formativa.
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