Home Politica scolastica Dispersione: a Milano cresce dove le case costano meno.

Dispersione: a Milano cresce dove le case costano meno.

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Pare si sia scoperto il famoso uovo di Colombo attraverso una ricerca secondo la quale nelle aree della città di Milano dove “il valore delle case è attorno o superiore ai 5 mila euro al metro quadro, la dispersione ha percentuali residuali: si va dallo 0,2 a un massimo di 4,1 per cento. Nella zona in cui il valore scende a 3.800 euro al metro quadro, si parte dall’11,4 per cento per arrivare a picchi del 24 per cento”.

In altre parole la povertà o un reddito non adeguato o un lavoro sottopagato sono tutte concause che fanno aumentare gli abbandoni dalle scuole. 

Questo però si era capito da tempo, esaminando le percentuali di abbandoni nelle aree più depresse del paese, vale a dira al Sud e in particolare, Sicilia, Sardegna, Campania e così via. Mentre le percentuali più basse sono in Trentino, Veneto, Friuli ecc. dove la percentuale di disoccupazione è bassissima e dove la media di reddito pro capite è abbastanza alta.  

La ricchezza e una condizione di vita più favorevole generano anche cultura e saperi, come la formazione stessa della famiglia e se i genitori sono fornito o meno di titolo di studio.

Ora spunta questa ricerca anche a Milano, nella quale si spiega, come racconta il Corriere della Sera,  che la  dispersione va di pari passo “con un background socio-economico e culturale svantaggiato”. 

Ci sono quindi zone in cui uno studenti su tre ha almeno un anno di ritardo nel percorso scolastico. La percentuale scende se diminuisce la presenza degli studenti di seconda generazione e dunque “Laddove le case costano meno abbiamo una dispersione e una fragilità negli apprendimenti quasi doppia rispetto alla media nazionale. 
Questo studio tuttavia, avrebbe avuto lo scopo di rilanciare “Agenda Nord”, nella considerazione che, come ha spiegato il ministro Valditara, annunciando l’individuazione di 245 scuole del Nord con criticità molto rilevanti, sarebbe “immorale che l’Italia sia spaccata in due e che i giovani non abbiano le stesse opportunità formative e lavorative di chi vive in aree più fortunate”.

E ha pure aggiunto: “È spaventosa la differenza tra gli esiti formativi degli istituti di periferia e quelli del centro storico: è inaccettabile”.

Dunque, promette Valditara, “Alle scuole in difficoltà sarà destinato un investimento di oltre 34 milioni di euro. Altri 20 andranno per progetti in altre venti reti di scuole”. Vi sarà anche una retribuzione aggiuntiva per i docenti.

 Ha quindi concluso, dicendo: “I criteri sono orientamento e formazione personalizzata. Poi abbiamo immaginato una didattica fortemente innovativa, capace di scambi con le strutture culturali del territorio, una scuola sempre più ricca di attività extracurricolari. Cercheremo di estendere il più possibile il tempo pieno. Favoriremo attività aggiuntive, da quella teatrale a quella artistica e sportiva”.