In Italia la dispersione scolastica dopo le scuole medie rimane altissima: addirittura 28 studenti su 100 si perdono per strada e non arrivano alla maturità. In pratica, più di 1 ogni 4. Un numero in calo, ma non troppo.
La stima giunge da uno studio di Tuttoscuola, ripresa dalle agenzie di stampa. Ebbene, nell’ultimo decennio degli oltre sei milioni (6.114.644) di studenti iscritti al primo anno delle superiori nelle scuole statali, non sono arrivati all’ultimo anno quasi un milione e 750 mila studenti (1.744.142): il 28,5% ha dunque abbandonato gli studi.
“Un milione e 750 mila giovani vite che resteranno nella maggior parte dei casi condizionate – scrive rivista – da questo primo fallimento. L’anticamera dei cosiddetti Neet (condizione in cui si trova quasi un giovane su 4 tra i 15 e i 29 anni) e della disoccupazione giovanile al 40%”.
La ricerca – focalizzata sui licei, tecnici e professionali della scuola secondaria di secondo grado- conferma sostanzialmente tendenze già segnalate dal Miur, in riferimento sia alla graduale tendenza alla riduzione del tasso di dispersione nel settore sia al perdurare di squilibri territoriali, con prevalenza di abbandoni dei banchi al Sud Italia.
La dispersione più elevata si registra in Sardegna (33,3%) e in Campania (29,2%). Livelli pressoché doppi rispetto all’Umbria (16,1%). La maggiore dispersione si annida negli istituti professionali (32,1%) e tecnici (27,3%).
La scorsa estate, al termine dell’ultimo quinquennio (2013-2014/2016-2017), mancavano all’appello in quinta superiore ben 151.555 studenti, pari al 24,74% di dispersione.
Lo studio ha riguardato oltre un ventennio (i primi dati si riferiscono all’anno scolastico 1995-96) ed evidenziato un graduale (se pur non continuo e regolare) decremento del fenomeno che, alla fine del primo quinquennio, nel 2000-01 era stato comunque del 36,65% (più di un terzo dei ragazzi iscritti al primo anno di corso avevano in pratica abbandonato i banchi di scuola senza arrivare al quinto anno delle superiori): a distanza di quasi due decenni quel dato si è ridotto di quasi 10 punti percentuali.
Un dato su cui pesa l’azione positiva anche del governo uscente, come ribadito alcuni giorni fa dal sottosegretario all’Istruzione Gabriele Toccafondi.
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