Arrivano le prime anticipazioni dell’analisi Svimez. A rivelare alcuni dati alla Repubblica è il dg Luca Bianchi. I dati della dispersione scolastica non sono per niente confortanti, soprattutto nel Sud Italia: 83 mila ragazzi (16.6% nel Sud) sono stati bocciati alla chiusura dello scorso anno scolastico perché non hanno raggiunto la soglia minima delle presenze.
E se il Mezzogiorno è l’area maggiormente colpita, a tenere la maglia nera è la città metropolitana di Napoli (10.4%). L’analista di Svimez, Bianchi, dichiara: “Il Pnrr che dedica importanti risorse all’istruzione non raggiunge l’obiettivo di colmare i divari: la priorità oggi è rafforzare il sistema soprattutto nelle aree più marginali, garantendo asili nido, tempo pieno, palestre. Da una ricerca Svimez in via di pubblicazione emerge che l’investimento per alunno del Pnrr sull’istruzione (esclusi gli asili nido) è stato pari a 903 euro nella provincia di Milano, dove il tempo pieno è assicurato al 75 % dei bambini della primaria, mentre è di 725 euro a Palermo, col tempo pieno solo al 10%”. C’è il rischio grave: adattare l’intensità dell’azione pubblica alla ricchezza dei territori. Quindi, più investimenti e stipendi lì dove se li possono permettere: pregiudicando la funzione principe della scuola, fare uguaglianza”.
Per quanto riguarda il capoluogo campano, il prefetto Claudio Palomba ribadisce: “In provincia siamo a picchi del 50-60%, impressionante”. Mentre il dossier dell’ufficio scolastico della Campania segnala 3.757 denunce alle due Procure per i minori per inadempienze.
Così gli esponenti del Movimento 5 Stelle in commissione Istruzione alla Camera e al Senato: “I dati sulla dispersione scolastica esprimono una fotografia allarmante della situazione della scuola nel nostro paese. Uno studente su sei abbandona gli studi, e i dati in alcune aree soprattutto al Sud sono davvero drammatici. Mentre il governo si preoccupa a giorni alterne delle “emergenze” più disparate, dai rave party ai forestierismi, su questo non dice una parola. Eppure gli 83.000 abbandoni registrati lo scorso anno rischiano di raddoppiare, ma all’orizzonte non c’è alcun piano di intervento. Anzi: in legge di bilancio sono stati programmati tagli per quattro miliardi nei prossimi anni, e la riduzione del numero di dirigenti scolastici potrebbe portare come conseguenza la chiusura ed accorpamento di almeno settecento istituti, con la scomparsa di scuole proprio in quei territori in cui si sono segnalate le maggiori criticità sul fronte dell’abbandono scolastico”.
E continuano: “Su questi punti nella prossima settimana discuteremo una mozione importantissima, a prima firma di Anna Laura Orrico, che chiede al governo di tornare indietro su queste scelte folli e dannosissime. Fino ad oggi si è parlato di scuola pubblica solo in termini offensivi, dall’umiliazione come metodo educativo fino agli stipendi differenziati tra prof del Nord e del Sud. E si avvicina tetra la scure del progetto Calderoli sulle autonomie regionali, che può essere il colpo di grazia definitivo per il sistema scolastico nazionale. Se c’è un fronte sul quale neppure un centesimo dei fondi del PNRR può essere sprecato è proprio questo. Vigileremo con attenzione massima e saremo al fianco della comunità scolastica per ogni forma di mobilitazione in difesa della nostra infrastruttura democratica più importante”.
Nonostante quella di Mare Fuori sia una realtà trasformata per il mondo televisivo e, ovviamente anche l’istituto è stereotipato, quello che emerge è uno dei problemi più gravi di Napoli e della Campania, la dispersione scolastica.
Secondo i dati Censis, la dispersione si concentra nel primo anno, con una percentuale del 16,1% a Napoli. Il 29,9% degli studenti degli istituti superiori, infatti, non riesce a conseguire il diploma. A Napoli sono il 35% e ancor di più negli istituti tecnici, d’arte e professionali. A tal proposito, Bruna Fiola, la presidente della Commissione Istruzione e Cultura, Ricerca scientifica e Politiche sociali della Regione Campania, ha dichiarato di recente: “Il sistema scolastico della Campania va potenziato perché è uno degli strumenti fondamentali per contrastare i fenomeni di maltrattamenti sui minori e i fenomeni di devianza giovanile che, purtroppo vedono la nostra regione particolarmente colpita. In questa ottica, la decisione del Governo centrale di procedere al dimensionamento scolastico in Campania è un grave errore e, se attuata, provocherebbe ulteriori danni alla condizione dei bambini e degli adolescenti campani”.
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