L’intervento di questa mattina della ministra dell’istruzione Lucia Azzolina a Radio Anch’io sulla situazione attuale della scuola, porta alla ribalta temi vecchi e nuovi.
Ribadita nuovamente la volontà (pandemia permettendo) di mantenere il più possibile le scuole aperte per evitare il “disastro psicologico e formativo” specie per i bambini delle scuole primarie. Azzolina difende il lavoro svolto in estate dalle scuole, identificandole ancora una volta come luoghi protetti e sicuri.
Al tempo stesso però chiede alle Asl i test rapidi, possibile svolta in questo senso, per avere dati certi e risolvere il nodo quarantene per intere classi. Ma resta l’interrogativo non da poco conto che la ministra pone: “Chi e come vanno fatti questi test?” Come a dire, la teoria c’è ma manca la pratica.
E se sui trasporti la ministra dell’istruzione glissa, dalle sue parole viene fuori un non condiviso “regionalismo delle disuguaglianze” in cui si pone l’accento sulla dispersione scolastica maggiormente accentuata al Sud. Disparità che hanno condizionato il Paese per decenni e che, secondo Azzolina, stanno pericolosamente tornando a galla.
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