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Dispersione scolastica, Bussetti: “Così affronterò il problema”

Lotta senza quartiere alla dispersione scolastica. A Sky Tg24, il ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, è chiaro sull’argomento: “Il problema della dispersione scolastica va 
affrontato su due fronti: la soddisfazione dei bisogni primari e l’orientamento. Serve maggiore sistematicità su questi due temi”.

“I ragazzi hanno attitudini ed è su queste che gli insegnanti devono concentrarsi, aggiunge Bussetti – i ragazzi hanno una idea di quello che vogliono fare, la scuola deve far  emergere le loro attitudini più che puntare sulle competenze”.

Ogni ragazzo che rimane fuori dal sistema di istruzione è un’occasione persa per il Paese. Puntare, dunque, all’aumento del tempo prolungato nelle scuole, all’ampliamento dell’offerta formativa, all’attuazione di misure, con particolare attenzione alle situazioni di svantaggio sociale, anche promuovendo la personalizzazione dei percorsi di studi mediante interventi formativi modulari.

Numeri impietosi

Dal 1995 a oggi, come segnala TuttoScuola in un dossier, 3 milioni e mezzo di studenti hanno abbandonato la scuola statale, su oltre 11 milioni iscritti alle superiori (-30,6%).

Rimangono Sicilia, Campania, Sardegna, Puglia e Calabria le regioni con più elevato tasso di abbandono scolastico.

I costi sono enormi: 55 miliardi di euro. L’emorragia continua perché almeno 130 mila adolescenti che iniziano le superiori non arriveranno al diploma.

Lo ribadisce anche uno studio dello Svimez, associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno, che segnala come al Sud il 18,5% dei ragazzi hanno abbandonato la scuola avendo conseguito al massimo la licenza media.

L’impegno del governo

Nella nota di aggiornamento al Def, il governo fornisce un quadro complessivo delle linee programmatiche che il governo intende seguire nell’ambito dell’istruzione.

Nella Nadef c’è spazio anche per la lotta alla dispersione scolastica, con il governo che proseguirà gli sforzi diretti a limitare l’abbandono, incentivando gli studenti a proseguire gli studi.

In questo senso si può interpretare la riduzione delle ore di alternanza scuola/lavoro: meno competenze, più qualità e più ore curricolari.

Il governo interverrà sul sistema dell’alternanza al fine di rendere i percorsi il più possibile orientativi e di qualità, anche relativamente al territorio di riferimento.

In tal senso il monte ore globale verrà ridefinito in base al percorso scolastico.

Andrea Carlino

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