L’Italia dal punto di vista della dispersione scolastica nonostante abbia fatto registrare notevoli progressi rimane uno dei paesi dove gli abbandoni scolastici sono stimati a un livello abbastanza alto nella misura in cui fa registrare un tasso di abbandono di circa 543.000 giovani.
La dispersione scolastica, aldilà dei numeri è un fenomeno complesso e multidimensionale, non riconducibile a un’unica causa, nella misura in cui possono essere coinvolti da un lato aspetti della vita sociale della persona di minore età e della comunità in cui vive e dall’altro aspetti riconducibili a disagi personali e/o familiari, difficoltà nell’apprendimento e, più in generale, il modo in cui il singolo studente reagisce al sistema scolastico.
I suddetti fattori, insieme a caratteristiche proprie del singolo studente, possono indurre ad abbandonare il percorso d’istruzione. Ci possono così essere:
• studenti che si allontanano perché nutrono sentimenti di diffidenza nei confronti della Scuola (disaffiliated),
• allievi che non completano il ciclo di studi per la mancanza di competenze adeguate (mortalità scolastica),
• studenti che abbandonano, pur avendo strumenti adeguati perché non accettano le regole del sistema scolastico (capable drop-out),
• studenti che interrompono solo temporaneamente il percorso di studi (stop-out)
• allievi che la scuola respinge, perché hanno delle difficoltà nel percorso di studi (pushout).
L’educazione è un diritto umano fondamentale, universale, inalienabile e indivisibile. Il diritto all’istruzione è definito come tale nella nostra Costituzione i cui principi trovano legittimazione:
• nell’art. 3 “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto, la liberta e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana”;
• nell’art. 30 “È dovere e diritto dei genitori mantenere istruire e educare i figli…” ;
• nell’art. 34 “La scuola è aperta a tutti” .
• la prevenzione,
• il contrasto ai fattori che causano povertà educativa, insuccesso e abbandono scolastico,
• la promozione dei fattori che giocano un ruolo positivo nel favorire il processo della riuscita scolastica.
L’intervento preventivo, inteso come presa incarico dei bambini più piccoli attraverso il potenziamento dei servizi zero sei e del tempo pieno nella primaria e nella secondaria di primo grado. In quest’ultimo caso attraverso un’efficace azione integrata tra scuola e altri operatori che utilizzino il tempo pieno con proposte che non siano la ripetizione delle attività del mattino, ma che operino nella prospettiva di rafforzare l’aspetto educativo e formativo.
La povertà educativa, figlia della povertà economica, va contrastata attraverso interventi efficienti ed efficaci in grado di non privare, sin dalla più tenera età, un soggetto del diritto di apprendere, formarsi e sviluppare le proprie competenze al fine di diventare una persona in grado di dare il proprio contributo al progresso della nostra società.
La povertà economica interferendo con la povertà educativa, porta i soggetti che vivono in detta situazione a disinteressarsi degli aspetti culturali, educativi e formativi e mossi dalla necessità di sopravvivere abbandonano il loro desiderio di apprendere, il loro sogno di miglioramento sociale per ricercare una facile occupazione che spesso finisce con il mantenerlo nella stessa ristrettezza economica anche da adulto.
Fra i fattori che giocano un ruolo positivo nel prevenire la dispersione e l’abbandono scolastico assumono rilevanza:
• l’incentivazione di una reale motivazione all’apprendimento attraverso un rapporto empatico tra docente e discente
• rendere partecipi tutti i soggetti degli obiettivi da raggiungere
• valorizzare ogni singolo studente per i progressi, anche se minimi, che va raggiungendo
• dare importanza all’accoglienza come momento di socializzazione
• ascoltare sempre gli alunni e ove possibile istituire centri d’ascolto.
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