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Dispersione scolastica, “educatori di corridoio” per combattere la povertà educativa nelle periferie

Educatori di corridoio, murales sul viadotto di Ostia sono due tra le tante iniziative del progetto “Doors” nato per combattere la dispersione scolastica anche a seguito del Lockdown.

Ci troviamo ad Ostia, il litorale romano balzato alla cronaca per diversi episodi di criminalità e di mafia. Lo sbocco sul mare della Capitale fatto di contrasti e diversi tentativi di riportare la legalità da parte dell’attuale Amministrazione.

Doors (Porte aperte al desiderio come opportunità di rigenerazione sociale) è un progetto che nasce grazie ai fondi per il contrasto alla povertà educativa minorile. Propone, in particolare, un Modello Educativo Integrato per ragazzi e ragazze di età dai 10 ai 14 anni.”

L’idea nasce, si legge dal sito, dall’esperienza sul territorio accumulata negli anni da molti professionisti che quotidianamente lavorano con i minori tra scuola, istituzioni e territorio”. Un consorzio fatto da 28 partner di cui 10 Associazioni; 2 Cooperative sociali; 11 Istituti scolastici; 3 Enti locali -1 Comune e 2 Municipi di Roma Capitale; 1 Fondazione; 1 Università che opera in diverse città italiane

Le azioni di tutti i partner coinvolti nel progetto, sono accomunate dal costante accostamento della pratica ArtEducativa alle discipline tecnico-scientifiche (STEM), in un’ottica di relazione dialogante e arricchente per i ragazzi.

Nel progetto sviluppato per l’area di Ostia sono stati attivati percorsi di ArtEducazione per la fascia 10-14, proposti dai due partner “Affabulazione” e “Magazzino dei Semi” nell’Istituto comprensivo via Giuliano da Sangallo, inoltre anche attività on line, con proposte educative attraverso l’arte e la creatività. Uno dei percorsi più interessanti è quello con Affabulazione e i cosiddetti “educatori di corridoio”, figure, cioè, di ascolto e di contenimento che operano fuori dal contesto formale dell’aula, negli spazi comuni della scuola (come ad esempio corridoi, atri, ingressi, giardini, cortili), in grado di intercettare attraverso l’arte i ragazzi e ragazze che per diversi motivi hanno bisogno di avere una sponda sicura, un piano di appoggio che non sia però una figura istituzionale della scuola.

Le diverse attività svolte, dal writing alla produzione di stencil, da lavori effettuati singolarmente su carta a quelli a più mani sui pannelli e sui teli applicati al muro, ha fatto crescere nei ragazzi le proprie capacità tecniche e di conseguenza la voglia di fare e apprendere nuove forme di arte pittorica.

Alla fine del percorso previsto per fine luglio i ragazzi termineranno il training con la presentazione dei propri lavori.

I giovani che vivono in famiglie svantaggiate e in zone dove in particolare è maggiore l’incidenza della povertà economica o che abitano in zone con poche opportunità di apprendimento sia nella scuola che sul territorio, sono più esposti a quella che viene definita “povertà educativa”.

Questi giovani, rispetto ai loro coetanei hanno minori probabilità di raggiungere le competenze minime necessarie per crescere e lavorare nel mondo di oggi e più difficoltà a maturare relazioni emotive con sé stessi e con gli altri.

Una volta diventati adulti rischiano quindi di accrescere la loro condizione di povertà, di veder aumentato il gap formativo e di essere quindi esclusi dal mondo del lavoro.

Secondo i dati forniti da Save The Children, la dispersione scolastica è cresciuta dal 12 al 20%, per questo è importante la collaborazione tra gli Istituti scolastici e associazioni e progetti come quello descritto perché in questo modo si fa sinergia tra educazione formale delle scuole e educazione non formale di progetti extra scolastici.

 

 

Dino Galuppi

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