Politica scolastica

Dispersione scolastica, Enrico Letta (PD): nessuno resti indietro

È da tempo che si sentono dichiarazioni dei politici di ogni parte e di ogni colore annunciare che la scuola viene prima di tutto.

Anche Enrico Letta, nel suo discorso di neo segretario del PD, non ha dimenticato l’importanza della scuola in una prospettiva di recupero del gran numero di giovani che abbandonano gli studi per i più svariati motivi.

Ma quali sono le reali ragioni che inducono i giovani ad abbandonare la scuola?

I motivi che portano alla dispersione sono da ricercare nei diversi contesti in cui i ragazzi vivono oggi e nella mancanza di una politica volta a rimuovere gli ostacoli che impediscono la formazione della Persona.

In quale prospettiva il neo segretario del PD afferma che “non dobbiamo lasciare indietro nessuno e consentire a tutti di completare gli studi”?

Nell’auspicare che tale dichiarazione non sia solo un’affermazione di principio, ci si augura che si trovino risposte concrete nella politica di tutto il Parlamento, affinché nessuno resti indietro non solo negli studi ma anche nella società.

Infatti, la dispersione scolastica, anticamera della dispersione sociale, se non recuperata in tempo, finisce con il creare delle classi sociali sempre più distanti l’una dall’alta.

In questo periodo sempre più si sentono i politici affermare che la scuola è al “centro della società conoscenza”, ma poi non si assiste alla concretizzazione di quanto affermato.

La scuola dovrebbe superare il concetto di trasmissività del sapere per diventare luogo di interazione tra docenti e discenti, dove il docente assuma il ruolo di aiuto nel processo di crescita individuale e sociale di ognuno.

Per far ciò la politica dovrebbe veramente mettere al centro la scuola attraverso alcuni interventi specifici come:

  • l’eliminazione delle classi numerose a partire dalla scuola dell’infanzia
  • la riduzione del rapporto alunni scuola
  • la modifica degli organi collegiali per migliorare il rapporto democratico all’interno della scuola.
  • far superare ai meno abbienti il disagio digitale
  • promuovere una scuola inclusiva con altre figure di sistema
  • riconoscere il lavoro del docente come lavoro essenziale per una società democratica.

Diventa quindi opportuno che la classe politica tutta riflettesse sulla situazione attuale, affinché “nessuno resti indietro non solo negli studi” ma anche nella società, e si possa annullare quel 14,5% di dispersione scolastica dei giovani che affligge la società italiana.

Non dimentichiamo che la dispersione scolastica, prima, e dispersione sociale, dopo, porta i giovani a far sentire la loro presenza in modo violento, in una società emarginante e che non dà loro alcuna possibilità.

La politica odierna, se non prenderà i giusti provvedimenti, confermerà una certa idea di società che considera l’emarginazione e l’esclusione funzionale alla stessa vita sociale.

Salvatore Pappalardo

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