“Gli attenti analisti ministeriali che hanno stabilito le modalità di ripartizione dei fondi del Pnrr hanno probabilmente una conoscenza molto limitata della scuola sul campo se – da quello che leggiamo – diverse scuole che operano nei quartieri più critici delle aree metropolitane o dei territori più deboli sono state ignorate”. A lamentare una cattiva ripartizione di risorse e criteri iniqui è Rosolino Cicero, presidente Ancodis.
Sarebbero oltre 3mila le scuole beneficiarie dell’intervento del Mi, per un complesso di 550 milioni di euro, assegnati – spiega Cicero – in maniera automatica, senza bisogno alcuno di candidatura da parte delle scuole beneficiarie.
Anche l’associazione Dirigentiscuola si unisce alla protesta: “Le risorse sono state ripartite prima su base regionale secondo alcuni criteri e relativi pesi ponderali, calcolati sugli ultimi dati ISTAT disponibili a livello regionale e, successivamente, sono state distribuite alle singole istituzioni scolastiche statali secondarie di primo e secondo grado, sulla base dei seguenti criteri e relativi pesi ponderali:
a) tasso di fragilità degli apprendimenti, c.d. dispersione implicita (percentuale di studenti che in entrambe le materie, italiano e matematica, ha conseguito un risultato molto basso), calcolato dall’Invalsi: 70%;
b) numero di studentesse e studenti iscritti nell’istituzione scolastica: 30%”.
Dati, da soli, che appaiono freddi e non in grado di individuare con precisione le caratteristiche dell’utenza scolastica. Scuole situate nello stesso comune e dunque aventi le medesime vocazioni alla dispersione scolastica o all’assenza di dispersione sono state trattate in modalità completamente differente, contestano molti dirigenti.
“È paradossale – fa notare la Dr.ssa Assunta Barbieri, presidente di Dirigentiscuola Campania – quanto accaduto, ad esempio, nella regione Campania dove la lista di scuole selezionate dal ministero dell’Istruzione è risultata totalmente scissa dalla realtà. Scuole situate in quartieri di Napoli come Posillipo o Vomero dove la dispersione è assente da sempre, beneficeranno della pioggia di fondi mentre altre dove insistono problematiche note sia agli Uffici che al Tribunale dei minori, come Ponticelli o Forcella risultano escluse dai finanziamenti. E ancora, sfogliando l’elenco delle scuole autorizzate spuntano istituti mai risultati in difficoltà per la dispersione come scuole site a Rione Alto, Vomero e licei da sempre fiore all’occhiello secondo le classifiche nazionali e di certo non inserite nelle liste di abbandono scolastico”.
Le contestazioni sono di certo arrivate al titolare del dicastero dell’Istruzione. Restiamo in attesa della risposta del ministro Bianchi, che sin dall’inizio del suo mandato aveva promesso di mettere al centro del dibattito pubblico e delle azioni del Mi la criticità relativa alla dispersione scolastica, auspicando: “La scuola deve tornare nel cuore di tutti, soprattutto di chi non va a scuola”.
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